Ragusa Sottosopra
n.6 del 09/12/2008
Frammenti di storia dalle origini al 1928
Giorgio Veninata, scrittore
Opportunità di sviluppo che non sempre sono state colte. Da mero presidio di difesa del litorale a importante snodo per l'esportazione dell'asfalto il libro di Giorgio Veninata percorre i momenti più significativi della storia della frazionemarinara con una leggerezza narrativa che restituisce intatto il piacere della memoria e della ricerca
Il sottotitolo del libro “Frammenti di storia dalle origini al 1928” contiene già l'idea di una carenza di materiale e documentazione d’archivio per tracciare un quadro esaustivo della storia della frazione marinara. Quali sono i periodi più “oscuri” di questo passato?
E' proprio da un piacevole convivio estivo tra amici, nel corso del quale tenni una conversazione su “Mazzarelli”, che nacque l'idea di dare alle stampe un volumetto che ovviamente amplia e approfondisce alcuni aspetti di quel tema d'incontro pur conservandone nel complesso quel profilo di occasionalità che, del resto, è una caratteristica dell'opera che non a caso reca il sottotitolo di “frammenti” di storia o, sarebbe forse stato meglio di dire, di “cronaca”. In realtà è opportuno che, a volte, gli eventi del passato siano rivisitati in termini volutamente “leggeri” per conservare quel carattere di spontaneità in cui consiste anche “il piacere della memoria”. Per questi motivi nel libro vengono citati alcuni episodi, talora singolari, quali, ad esempio, quelli concernenti le mancate difese della torre e della borgata e le “disattenzioni” e addirittura le precipitose fughe delle guardie alla vista dei navigli barbareschi.
Per quanto riguarda la ricerca delle fonti e la stesura del lavoro ho impiegato circa tre mesi nel tentativo di evidenziare e narrare i momenti più significativi della storia di Mazzarelli.
Seguendo il filo degli eventi Mazzarelli per un certo periodo (tra '800 e '900) sembrava potesse avere tutte le carte in regola per diventare un importante scalo portuale commerciale, grazie all' esportazione della pietra asfaltica. Ma siamo rimasti nel solco del “poteva essere ma non è stato”. Incapacità della classe politica del tempo o condizioni oggettive non superabili?
I periodi più “oscuri”, nel senso di non essere riuscito a trovare convincenti riscontri documentari, si riferiscono al periodo tardo medievale e ai primi secoli dell'era moderna, ivi compreso il secolo XVII in cui a stento si può intravedere il barlume della nascita di Mazzarelli come nucleo abitato, che da semplice presidio di difesa del litorale e dell'entroterra dalle scorrerie dei pirati (provenienti in genere dall'Africa del Nord) e da rete di cordone sanitario per le frequenti epidemie di colera (funzioni che assolse fino alla metà dell'Ottocento) divenne nel corso dei decenni un centro non irrilevante per i traffici marittimi e, in misura minore, per la pesca.
E' evidente che ulteriori ricerche, accompagnate da una buona dose di fortuna, possano mettere in luce altri aspetti relativi al sorgere e all'evolversi della borgata. Come sempre accade il mancato decollo di Mazzarelli come porto commerciale, negli ultimi decenni dell'Ottocento e nei primi del Novecento, non è attribuibile a una sola causa ma a diversi ragioni concomitanti.
Una scarsa sensibilità dei ceti dirigenti nazionali e locali, ricorrenti motivi di natura elettoralistica rappresentati in parte dalle pressioni corporative della categoria dei trasportatori dell'epoca, cioè dei carrettieri, interessi economici delle società ferroviarie allora private e, soprattutto, la ripetuta assenza di una visione di lungo periodo concorsero, unitamente a momenti di depressione economica come lo scoppio della prima guerra mondiale e la caduta dell'esportazione dell'asfalto, a creare quel “poteva essere ma non è stato” di cui si è detto.
Mazzarelli perde anche un'altra occasione di crescita e regolamentazione territoriale con la mancata adozione del piano regolatore di ampliamento approvato sotto la sindacatura di Pluchinotta (1879). Seguendo il filo della storia, sembra che tutti i provvedimenti che mano a mano venivano adottati dalle amministrazioni cittadine che si susseguivano rispondessero più a soddisfare bisogni sociali non più rimandabili per gli abitanti della borgata che ad azioni programmate e pianificate per fare fronte a tutte le problematiche legate ad una comunità in lenta ma costante crescita.
Le vicende politiche locali che caratterizzarono il nostro Comune in alcuni periodi della seconda metà dell'Ottocento (frequenti crisi amministrative, difficoltà finanziarie rilevanti e marginalità rispetto ai livelli centrali delle decisioni politiche, carenze notevoli di “cultura” politica) determinarono, a mio avviso, l'impossibilità di “costruire” una seria programmazione e di realizzare la stessa nel corso degli anni.
Conseguentemente, ma il discorso vale per l'intera comunità ragusana, ci troviamo di fronte a interventi “tampone” che affrontano, solo in alcuni casi con successo, le emergenze di natura economica e sociale ma che non riescono a dare convincenti risposte alle esigenze di una città in crescita. A parte il risanamento ambientale realizzatosi negli anni successivi all'unità nazionale con il prosciugamento della palude di contrada “Castellana”, si è voluto accennare a un progetto di sistemazione urbanistica, purtroppo non attuato, risalente al 1879 per mostrare che la storia della frazione di “Mazzarelli” è fatta anche di occasioni mancate. Del resto mi sembra che nemmeno ora sia chiara la prospettiva di sviluppo della frazione che da un progetto iniziale di centro portuale, passando poi alla dimensione di un centro residenziale stagionale, si sta sempre più configurando come una propaggine periferica del capoluogo, perdendo progressivamente la sua identità storica ed urbanistica con la compromissione delle caratteristiche peculiari e quindi della sua capacità di attrazione turistica.
Quali protagonisti hanno scritto, nel bene e nel male, le pagine di storia più importanti di Mazzarelli ?
Premesso che ritengo che sia la comunità civile a creare essa stessa le condizioni del proprio sviluppo o del proprio declino attraverso la “qualità” dei suoi rappresentanti, se dovessi fare dei nomi li individuerei nelle persone di diversi esponenti della famiglia Criscione: a partire da Giuseppe Criscione che fu l'originario enfiteuta del feudo Gaddimeli-Mazzarelli e che vi apportò i primi miglioramenti anche sul piano edilizio, per proseguire con il figlio Salvatore Criscione Pluchinotta che ne continuò l'azione anche nel breve periodo in cui resse il comune di Ragusa e per finire con il nipote, il giovane avvocato socialriformista Antonino Criscione, che, per primo, ebbe una visione lucida e propositiva delle condizioni necessarie per l'avvenire economico di Mazzarelli.
In particolare quest'ultimo diede alle stampe, negli anni immediatamente precedenti al primo conflitto mondiale, un opuscolo che, pur nel contesto di una polemica politica, individuò i nodi essenziali dello sviluppo della frazione avanzando delle proposte concrete e lungimiranti che tuttavia, per la miopia delle classi dirigenti dell'epoca e per le successive vicende belliche, non ebbero seguito.
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