Ragusa Sottosopra
n.6 del 09/12/2008
Il presepe della Chiesa del Carmine
Antonio Romano, Storico dell'Arte
Anche quest'anno con l'arrivo del mese di dicembre e del periodo natalizio mi sembra inevitabile non parlare della teatrale e artistica rappresentazione religiosa del Presepe, che da millenni, con tutte le sue trasformazioni, ci ricollega al nostro lontano passato e affonda le proprie origini nelle radici stesse dell'uomo.
Prendendo in considerazione l'ambito territoriale della città di Ragusa, mi sono voluto soffermare sul presepe della chiesa del Carmine, uno dei pochissimi presepi monumentali permanenti, con delle caratteristiche iconografiche, stilistiche e sceniche di notevole importanza artistica e compositiva.
Il presepe in questione si trova all'interno della chiesa, nel transetto destro, precisamente nell'angolo sinistro della parete di fondo. Esso fu realizzato nel 1995 dal dott. Francesco Puma, appassionato cultore d'arte presepiale e devoto della Madonna del Carmine, che lo donò nel 1996 alla Compagnia dei frati carmelitani, essendo anche grande amico di padre Gabriele, allora priore del convento.
L' impianto scenografico sviluppato in verticale presenta delle ambientazioni molto ben curate sia dal punto di vista plastico che prospettico e imprime all'insieme una forte suggestione spirituale. L'organizzazione scenica si può suddividere in due parti distinte e separate ma ben integrate tra loro con assoluta sintesi compositiva: da una parte riscontriamo la presenza del paesaggio naturale in cui insiste la grotta della Natività e dove vengono riprese le tipiche cave di pietra calcarea presenti nel territorio ibleo; dall'altra predomina la scena urbana costituita dalle emergenze architettoniche delle piccole case e dei palazzi, legati tra loro ininterrottamente, e soprattutto dalla magnifica scalinata che si inerpica nel bel mezzo dell'abitato, che sembra rimandare a quella antica di Santa Maria delle Scale che collega Ragusa superiore ad Ibla.
Sia le montagne con i dirupi rocciosi, sia la struttura delle architetture urbane sono state realizzate con nobile artificio e con una nota di forte realismo grazie all'utilizzo del polistirolo rivestito di gesso, quest'ultimo utile per modellare le rocce e creare i vari elementi architettonici e decorativi presenti nelle facciate delle abitazioni.
Invece le statuine dei pastori, di fattura calatina, sono state realizzate in terracotta e dipinte a mano, modellate in posture e gesti ricercati secondo il gusto dell'autore del presepe.
I personaggi della natività sono stati concepiti con un forte accento intimistico quasi a volersi identificare nelle loro più profonde emozioni, mentre i vari pastori esprimono un'assoluta verità, rappresentando, con gli abiti tipici della società agropastorale iblea, scene di vita quotidiana animata dai vari mestieri popolari e dagli abitanti di un tipico borgo siciliano.
Attraverso gli elementi iconografici l'autore di questa mirabile opera ha voluto rappresentare il sacro evento ambientato a Ragusa, imprimendo alla rappresentazione della nascita di Gesù una suggestione empatica, sempre attuale.
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