Ragusa Sottosopra
n.4 del 31/07/2009
Storia della costruzione dell’edificio scolastico di via Ecce Homo. E non solo
Una lunga kermesse giudiziaria per stabilire l’indennità di espropriazione ci porta a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 per documentare la demolizione del palazzo e al 1942 per il completamento dell’espropriazione del suolo necessario per la costruzione dell’edificio scolastico con l’ampliamento di altri 200 mq. Il primo progetto dell’edificio fu redatto dall’ing. Giovanni Migliorisi nel 1903,ma non fu mai realizzato per le lungaggini legate alle espropriazioni che lo resero nel tempo anacronistico. L’edifico scolastico di via Ecce Homo viene concepito a seguito della obbligatorietà dell’istruzione introdotta dalla legge Coppino del 1877. Dalle ricerche condotte dal gruppo di lavoro sull’istruzione a Ragusa prima del periodo fascista risulta l’inesistenza di edifici scolastici per l’istruzione elementare che era invece esercitata in locali dislocati in vari punti della città ed in alcune case private (famosa era a scola ra Tina, unica scuola privata di Ragusa. Si trovava in via S.Vito, n.93). Nel 1929 l’ing. Capo dell’Ufficio Tecnico comunale Giorgio Schembari così lamentava in una relazione: ...Doloroso fenomeno che stringe il cuore di ogni onesto cittadino in Ragusa è lo stato delle scuole elementari: raminghe da una sede all’altra esse ora han finito col trovare albergo in locali che paiono inventati da un acerrimo nemico dell’igiene e delle pulizie.
Un nuovo progetto fu redatto nel 1930 dall’ufficio tecnico del Comune, su disegni del prof. Architetto Ugo Tarchi di Roma, sponsorizzato dal gerarca ragusano Filippo Pennavaria, che progettò per Ragusa anche altre opere pubbliche come il Palazzo del Governo.
Il progetto prevedeva la realizzazione di 33 aule, oltre all’aula della direzione, due sale per maestre e maestri, il seminterrato adibito a biblioteca, l’alloggio del custode, sale per docce e magazzino. L’ importo netto totale di tutta l’opera si quantificò in £ 1.962.895,38.
Fu eseguita dalla società edile “La Nuova Provincia” di Ragusa e completata nel 1932. Il testo approfondisce anche aspetti della vita della scuola in epoca fascista come la partecipazione alle adunate organizzate dall’Opera Nazionale Balilla, il tesseramento degli alunni all’O.N.B., lo svolgimento dell’educazione fisica, i patronati scolastici, i registri personali degli insegnanti. “Ho un bel predicare che bisogna iscriversi Balilla, i bambini in classe s’entusiasmano e mi dicono: Domani porto i soldi. Ma il domani, molto melanconici in viso, vengono a dirmi: mio padre non ha i soldi. Non lavora…Che dire? Che rispondere? Solo pochi hanno portato le cinque lire per la tessera …Oggi la Sig.na Direttrice ci chiama a raccolta e ci comunica la volontà dei dirigenti dell’Opera Nazionale Balilla.
La maggior parte degli insegnanti di Ragusa abbiamo pochi iscritti all’O.N.B.. Si deve ottenere la totalità degli alunni. Si devono tesserare tutti! Ci vuol poco a dirlo, ma ad ottenerlo? C’è o non c’è la crisi economica?
Sono alcune delle annotazioni riportate sulle pagine del registro dedicate alla “cronaca ed osservazioni dell’insegnante sulla vita della scuola” di certa Spadola Raffaella, maestra in una prima classe maschile nell’anno scolastico 1932-33, XI dell’era fascista.
Il libro riporta aneddoti, personaggi, vicende di storia locale, riproduzione di atti e documenti originali, foto d’epoca: un ottimo lavoro di ricostruzione, condotto anche con l’ausilio di esperti e di testimoni (Mimì Arezzo, Francesca Cascone, Vincenzo Criscione, Giorgio Flaccavento, Francesco Garofalo), che sa offrire una lettura appassionante della storia della città attraverso un monumento nato come scuola, perché i giovani possano “innamorarsi” della propria terra e decidere di non abbandonarla mai…, come recita l’epigrafe sul retro copertina.
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