Ragusa Sottosopra
n.6 del 30/12/2009
Piano di recupero
Francesco Barone, Assessore comunale all'Urbanistica di Ragusa
consiglio comunale. Entro l’anno vanno trasmessi alla Regione siciliana. Edificabilità dei lotti interclusi e lo strumento perequativo due degli elementi caratterizzanti
Assessore Barone, i piani di recupero nascono già negli anni '90, ma non ebbero seguito perché la regione siciliana ne decretò l'annullamento. Vuole tracciarci i passaggi fondamentali di questo lungo iter?
I piani di recupero furono già approvati nel vecchio consiglio nel 1991. Furono frutto di una serie di incarichi professionali molteplici per una spesa di circa 1 miliardo e mezzo delle vecchie lire. Nel 1996, poi, la Regione siciliana bocciò questi piani di recupero e dal 1996 nessuno vi ha più messo mano. Noi avevamo due scelte da fare: quella di approvare urgentemente i piani di recupero, ma soprattutto, entrando nell'ottica del buon padre di famiglia, di non spendere tantissimi soldi come fu fatto nel passato. Ormai le difficoltà economiche degli enti sono quelle che sono, c'è una crisi economica e finanziaria non indifferente e riteniamo opportuno non sperperare il denaro pubblico. Motivo per cui abbiamo fatto una scelta ben precisa: realizzare i piani di recupero a costo zero per la città affidando l'elaborazione ai tecnici interni. Probabilmente abbiamo perso qualche mese in più per poterli definire ma possiamo dire tranquillamente alla cittadinanza che li abbiamo realizzati a costo zero.
Sono ben 120 le tavole che sono state elaborate e che hanno comportato circa un anno e mezzo di lavoro.
Ventisei piani di recupero elaborati dai tecnici comunali. Quali sono le direttive ed i principi su cui si è basata la pianificazione di queste aree?
I confini sono quelli fissati dalla Regione siciliana. Per quanto riguarda le direttive la scelta è stata quella di rendere tutti i lotti interclusi all'interno dei piani di recupero edificabili. In relazione ad alcuni criteri di scelta abbiamo voluto dare risposte chiare. Una domanda che tutti si pongono è: quale deve essere l'indice di edificabilità? Utilizzeremo la media dell'indice di edificabilità di ogni singolo piano di recupero, per cui le medie saranno differenti. Verrà applicata anche la perequazione all'interno di queste aree e l'indice di edificabilità verrà calcolato non per l'intera estensione dell'area ma solo per la parte non ceduta.
Che tempi si prevedono per completare l'iter d'approvazione, a partire dal voto del consiglio comunale?
Entro il mese di dicembre civico consesso formalizzerà il proprio parere sugli atti. Una volta approvati saranno trasmessi all'Arta per l'approvazione. Sappiamo tutti che l'Arta ha sei mesi di tempo per chiedere eventuali chiarimenti o modifiche e per esprimere un parere.
Approvato lo strumento urbanistico quali canali si pensa di attivare per reperire le risorse necessarie finalizzate alla sua attuazione?
Ci sono diverse proposte che si potrebbero avanzare. Personalmente sono innamorato dell'urbanistica contrattata e negoziata. Penso sia conducente che il Comune possa trasformare le aree cedute dai privati in quello che è indicato nel piano regolatore, ad esempio aree turistiche, aree di insediamenti produttivi, mediante un bando pubblico per la vendita. In questo modo con i soldi che il Comune incamerebbe potrebbero essere finanziati gli interventi necessari per attuare i piani di recupero.
In ogni caso vanno ricercate e verificate tutte le fonti di finanziamento, anche quelle europee, per la costituzione e realizzazione, ad esempio, dei parchi verdi che possono essere realizzati nelle aree già cedute al comune negli ultimi 10 anni e di cui abbiamo un quadro completo grazie al censimento condotto da un gruppo di lavoro interno coordinato dall'arch. Aurelio Barone.
Nell'attuazione degli strumenti urbanistici il principio che ci deve ispirare è quello del giusto equilibrio. Bisogna pensare all'impiantistica sportiva, al verde, alle opere di urbanizzazione secondarie riqualificando le periferie, ma anche agli insediamenti turistico-alberghieri che sono attualmente carenti rispetto alle potenzialità turistiche del territorio.
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