Ragusa Sottosopra
n.6 del 03/12/2010
Editoriale
Nello Dipasquale, Sindaco
L'opera ha avuto un iter lungo, che ha visto coinvolte le amministrazioni passate a partire dal 1989 con l'acquisto di parte dell'immobile mediante i fondi della legge regionale 61/81. La prima progettazione viene affrontata nel 2000 con l'analisi degli interventi effettuati negli anni per ricondurlo all'impianto originario, specie del piano nobile. Poi nel 2005 la partecipazione ad un bando regionale, con esito positivo, ha consentito di ottenere i finanziamenti necessari per completare il restauro dell'intero immobile destinato a laboratorio di diagnostica dei monumenti e centro di cultura bizantina dell'area del Mediterraneo. La mia amministrazione ha seguito tutta la fase esecutiva, complessa ed articolata, con il compito, non sempre facile, di portare a compimento l'opera.
Un palazzo grandioso che ha richiesto un impegno straordinario sia di risorse economiche che umane. Il nostro grazie è infatti rivolto a tutti gli amministratori, funzionari, tecnici e lavoratori che hanno concorso a realizzare questo recupero esemplare. Il taglio del nastro non poteva che essere affidato a Ray Bondin, commissario dell'Unesco e cittadino onorario di Ragusa. Le sue parole di stima ed approvazione ci hanno confortato e spronato a proseguire con costanza ed attenzione la nostra azione per valorizzare il nostro centro storico, onorando così la presenza del nostro territorio nella World Heritage List.
Il futuro per questo monumento è ambizioso: ospiterà un centro di diagnostica nel campo del restauro. Un progetto ad ampio raggio, in cui è coinvolta l'Univer-sità della Calabria con cui siamo in contatto, finalizzato alla realizzazione di una struttura scientifica che potrebbe divenire non solo punto di riferimento per l'Italia meridionale, ma anche per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. In attesa che questo processo si concretizzi, tuttavia, abbiamo ritenuto giusto non chiudere il monumento, ma renderlo fin da subito fruibile. Le mostre personali e collettive, curate dal maestro Franco Cilia, che sono state allestite per l'inaugurazione e che saranno visitabili fino alla prossima primavera, hanno avuto proprio questo significato e funzione: aprire il palazzo alla città.
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