Ragusa Sottosopra
n.6 del 03/12/2010
Il restauro di Palazzo Cosentini
Giuseppe Leggio, progettista e direttore dei lavori
Dopo la ricostruzione del palazzo, a distanza di circa settanta anni dal devastante terremoto del 1693, per opera di Don Raffaele Cosentini, morto giovanissimo all'età di trentasei anni, inizia la fase di declino del palazzo segnato da una miriade di frazionamenti immobiliari naturalizzati dalle successioni ereditarie. L'immobile viene acquistato in parte, grazie a i fondi della legge regionale 61/81, dal Comune di Ragusa nel 1989 (a meno di alcune unità immobiliari che vengono annesse con l'ultimo intervento). Lo stato di fatto del palazzo prima dell'intervento si presenta sconcertante, si è persa la sua identità.
L'amministrazione comunale di Ragusa, nel 2000, mi conferisce, assieme all'ing. Giuseppe Firullo, l'incarico di predisporre un progetto di recupero per rendersi conto sia delle condizioni del palazzo sia degli interventi e delle somme occorrenti. Al palazzo vengono aggregati alcuni piccoli fabbricati interposti tra l'edificio e la chiesa dell'Itria.
Dalla prima stesura Palazzo Cosentini risulta avere una superficie complessiva di 1500 mq. suddivisa tra il piano botteghe, piano terra, piano nobile e piano sottotetto, dove ricaviamo una foresteria. Nel 2004 viene eseguito un primo intervento per un importo di €. 539.942,00 dalla ditta Boscarino Rosario di Modica. Questi lavori ci permettono di tracciare un quadro di intervento e quantificare le somme occorrenti. Nel 2005, considerato che l'ammini-strazione si era dotata di un progetto esecutivo generale, Palazzo Cosentini partecipa al bando regionale di selezione per la promozione di proposte di riqualificazione urbana e miglioramento della qualità della vita nei comuni della Regione siciliana, piazzandosi ai primi posti della graduatoria. Nel 2006 segue il decreto di finanziamento. Viene redatto il bando di gara e nel 2008 i lavori vengono appaltati dalla A.T.I. Hera Restauri s.r.l. di Benevento e dall'im-presa Futura s.a.s. di Mammona Giuseppa di Agrigento. I lavori, da me diretti e coadiuvati dal dirigente del settore Centro Storico e dal funzionario geom. Rosario Ingallinera, iniziano concretamente nell'ottobre del 2008. Il finanziamento dell'intervento di €. 1.971.779,66 è stato concesso quasi interamente dalla Regione siciliana; il comune di Ragusa ha compartecipato con 100.000 euro prelevati dai fondi della legge regionale 61/81. Gli obiettivi progettuali raggiunti hanno affrontato il tema della omogeneizzazione dei prospetti del palazzo, riconducendolo agli antichi splendori, eliminando tutti gli elementi di disturbo (la scala in cemento armato, ad esempio, che ostruiva il passaggio sul sagrato della chiesa dell'Itria), inserendo dei goccioloni originari al posto dei pluviali in lamierino che creavano degli intervalli sul prospetto (Corso Mazzini) scadenzati, ripristinando e valorizzando le aperture sulla via pubblica.
Altro aspetto importante, che ha richiesto un'azione propedeutica all'intervento, è legato all'acquisizione di tutte le proprietà immobiliari di proprietà di terzi, per potere predisporre opere statiche complete, sia in fondazione, sia sui pannelli murari, sia per l'inserimento di tirantature e cordoli in muratura in sommità. Una finalità che abbiamo perseguito con grande attenzione è stata quella di arricchire gli spazi interni resi irriconoscibili da opere di suddivisione che ne avevano fatto perdere l'identità, ripristinando il grande salone centrale del piano nobile. I vari livelli (piano botteghe, piano terra o piano servizi, piano primo o piano nobile) sono stati restaurati riportandoli alla conformazione originaria; oltre al restauro delle pavimentazioni preesistenti in pietra bianca e pietra pece, sono stati riproposti gli infissi interni ed esterni simili a quelli originari, sono stati recuperati i dipinti e gli affreschi sulle volte, i vari livelli sono stati dotati di nuovi impianti tecnologici e multimediali.
Uno degli interventi più interessanti è stato eseguito all'esterno, sulle facciate, dove è stato consolidato e restaurato l'intonaco esistente conferendo una policromia di colori che la luce del giorno, riflettendosi sui prospetti, esalta creando un effetto dinamico di organismo vivente. Un risultato ottenuto riproponendo le lavorazioni tradizionali di un tempo sul trattamento di omogeneizzazione della pietra e sul trattamento degli intonaci esistenti a base di calce. Più complessa è la questione sulla destinazione d'uso. Di certo sappiamo che il finanziamento accordato è legato alla destinazione di “Laboratorio di diagnostica dei monumenti e centro di cultura bizantina dell'area del Mediterraneo”. Questa destinazione andrebbe ad elevare la potenzialità di Palazzo Cosentini e inserirebbe Ragusa Ibla in un circuito internazionale per quanto riguarda un settore altamente specializzato e avanguardistico. D'altro canto è pure vero che la crisi economica attuale ed il taglio di fondi alle università potrebbe ritardare o compromettere questo impegno. L'amministrazione si è già attivata per sapere quali interessi ha l'ateneo in questione (l'Università degli Studi della Calabria), ma nel frattempo, in attesa di definire intenzioni ed accordi, ha predisposto l'allestimento nelle sale del palazzo di mostre di artisti contemporanei per conseguire il duplice scopo di tenere aperto Palazzo Cosentini, in modo che la cittadinanza ed i turisti possano visitarlo e conoscerlo, e di avere nel contempo una struttura immediatamente fruibile che consente al monumento stesso di vivere.
(Altri appronfondimenti sul monumento sono contenuti negli articoli pubblicati nei numeri 3/2005 e 4/2008 del bimestrale RagusaSottosopra)
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