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Ragusa Sottosopra

n.6 del 03/12/2010

Il Capo della Polizia Antonio Manganelli

foto articolo“Qui c'è una squadra”

A Ragusa il capo della Polizia Antonio Manganelli per la reintitolazione di una parte di via Ducezio all'ispettore Giovanni Lizzio. E per diventare cittadino ragusano.


Giovanni Lizzio era un ispettore della sezione anti-estorsioni della questura di Catania, ucciso dalla mafia il 27 luglio del 1992 in un agguato mortale a soli 37 anni. Fermo ad un semaforo, mentre con la sua auto stava facendo rientro a casa. Attraverso il ritratto tracciato, durante la cerimonia di reintitolazione della via, alla presenza delle massime autorità, dal procuratore del tribunale di Modica Francesco Puleio (che in quegli anni operava a Catania) emerge la figura di un uomo carismatico, pragmatico, brillante investigatore di vecchio stampo, appassionato lavoratore che dedicava gran parte del suo tempo alle indagini sacrificando spesso le esigenze personali e della sua famiglia. Era molto noto a Catania proprio per la conoscenza capillare che aveva del tessuto sociale in cui viveva ed operava.
Erano anni di guerra tra mafia e Stato. Gli anni tragici dei disegni stragisti, durante i quali persero la vita i giudici Falcone e Borsellino, ma anche tanti piccoli grandi eroi tra poliziotti, magistrati, funzionari, giornalisti, ignari cittadini di cui spesso non si parla.
“Qui c'è una squadra”, ha ribadito più volte il capo della Polizia Manganelli nel suo intervento, sottolineando come questo dato si colga dal raccoglimento di tutte le istituzioni attorno alla decisione di intitolare una strada ad un servitore dello Stato. “Quella della sinergia e della collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali, civili, sociali di una comunità è la strada giusta da intraprendere per contrapporsi alla mafia”, il prefetto Manganelli lo ha rimarcato sia durante la cerimonia davanti alle rappresentanze istituzionali, civili e militari, ai familiari di Lizzio, alla rappresentanza di studenti ragusani, sia nel Salone degli Stemmi del Castello di Donnafugata, luogo storicamente testimone dei “grandi eventi”, dove il sindaco Dipasquale ha conffoto articoloerito all'illustre ospite la cittadinanza onoraria, sancita da un atto deliberativo, “quale segno di riconoscenza dell'amministrazione e della comunità che essa rappresenta per la particolare attenzione dimostrata nei confronti della città di Ragusa, offrendo, attraverso l'impegno della Polizia di Stato, la massima collaborazione per il contrasto dell'illegalità nel territorio, garantendo le condizioni di civile convivenza”. E ricollegandosi al concetto di “squadra” il primo cittadino ha tracciato di Ragusa un quadro confortante ed in crescita, frutto di una convergenza collettiva per migliorare la qualità della vita della comunità: sono contento ed orgoglioso di rappresentare una realtà sana, siamo oramai un modello, una realtà laboriosa che ha fatto parlare sempre bene di sé. Siamo anche ben coscienti che il conferimento della cittadinanza onoraria al capo della Polizia Manganelli ci carica di grande responsabilità. Il riconoscimento attraverso Antonio Manganelli è rivolto alla Polizia di Stato, al suo impegno e presenza sul territorio. E' lo stesso capo della Polizia a rimarcarlo “Non ritengo di avere particolari meriti, amo considerare questo riconoscimento come attribuzione di stima per il Corpo che rappresento. Merito, dunque, di questa squadra, ed intendo istituzioni, associazioni, volontariato, sindacati. Il filo che unisce quegli anni novanta ad oggi è diventato più forte, si avvale del contributo di una società sempre più sensibile ai temi della sicurezza” - poi un passaggio sull'amministrazione della cosa pubblica - “Le amministrazioni locali hanno la responsabilità del territorio, deve esserci complementarietà con lo Stato. Non servono sindaci-sceriffi, ma abbiamo bisogno che ognuno svolga al meglio il proprio ruolo”. Manganelli loda la terra iblea, la sua cultura, la sua bellezza: è una terra ricca di valori e siamo qui a festeggiare la consapevolezza che questo territorio sa produrre legalità. Queste iniziative fanno bene, donare una strada al ricordo di chi è morto nella guerra tra Stato ed antistato è un atto che vi fa onore.

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