Ragusa Sottosopra
n.6 del 03/12/2010
Riaperta al pubblico la Chiesa di S.Francesco All'Immacolata
Chiarina Corallo. Dirigente del Dipartimento di Protezione Civile di Ragusa
Nel maggio del 2006, a completamento dei lavori di messa in sicurezza e miglioramento strutturale della chiesa di San Francesco all'Immacolata (già descritti nel n. 4/2006 del bimestrale “Ragusa Sottosopra Orizzonti”), si è evidenziata la necessità di completare l'intervento con il restauro delle volte, il cui intonaco si presentava in vari punti in procinto di distacco. Su indicazione della Curia di Ragusa è stata così avanzata una richiesta di finanziamento al Comune di Ragusa che ha concesso un importo di 150.000 euro individuato tra i fondi della legge regionale n. 61/81. I lavori, affidati dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile dopo la predisposizione del progetto di restauro delle tempere e degli affreschi della chiesa, sono iniziati nel marzo del 2008, ma dopo qualche mese, durante la fase di pulitura delle volte, si sono riscontrate tracce di affreschi preesistenti sotto gli affreschi dei quattro pennacchi del transetto, rappresentanti i quattro evangelisti (abbiamo già approfondito gli aspetti legati a questo ritrovamento nel n. 5/2008 del bimestrale).
Successivamente anche nelle volte della navata laterale destra sono stati rinvenuti sotto le tempere dei tre medaglioni affreschi raffiguranti tre puttini. Tutte rivelazioni che hanno richiesto tempi più lunghi per l'esecuzione dei lavori, necessari per approfondire l'analisi conoscitiva sul monumento ed apportare le variazioni necessarie in corso d'opera. E' cosi che la Direzione dei Lavori, costituita dall'arch. Giambattista Tumino e dal geom. Antonello Magro, tecnici del servizio regionale di Protezione Civile per la provincia di Ragusa, congiuntamente all'arch. Luigi Gattuso prima e all'arch. Aldo Spadaro dopo, dirigenti della sezione Beni Artistici della Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Ragusa, ha fatto eseguire dei saggi che hanno evidenziato le caratteristiche degli affreschi ritrovati, che presentavano una buona patina con decoro intatto di pregevole valore artistico. Da qui la necessaria esecuzione di opere diverse ed integrative ai fini del restauro degli affreschi, della salvaguardia e della tutela del monumento classi-ficato “bene” dell'Unesco. Si è recuperato il solo medaglione, il cui strato originario appariva integro; per gli altri si è proceduto al restauro dello strato successivo.
E' da evidenziare che nel corso dei lavori sono stati effettuati anche dei saggi che hanno rilevato la presenza di una pietra calcarea di colore grigio anziché il tradizionale color nocciola, avente ottime caratteristiche meccaniche superiori al calcare tradizionale, da ricondurre probabilmente alla fabbrica pre-terremoto. I ritrovamenti inducono ad approfondire la conoscenza storica, tenendo conto delle conoscenze già acquisite, grazie anche alle notizie gentilmente fornite dal dott. Andrea Ottaviano, profondo conoscitore delle vicende storiche di Ragusa. Con gli interventi eseguiti non sono state condotte indagini sul pavimento perchè il monumento non presentava dissesti dovuti a cedimenti di fondazione; è stata effettuata solo una operazione di semplice pulitura che ha messo meglio in evidenza le parti in pietra asfaltica. Il restauro della chiesa non è ancora completo. Servirebbe condurre ulteriori indagini conoscitive ed approfondimenti sulla storia della chiesa.
Le future opere dovrebbero infatti riguardare il restauro delle volte della navata laterale sinistra, il restauro artistico dei pilastri della chiesa (che attualmente sulla faccia non decorata presentano le tracce dei fori per le iniezioni di calce idraulica eseguite per il loro consolidamento), il restauro delle tempere delle pareti laterali, con il preventivo consolidamento dello strato di intonaco, il restauro dell'abside con il recupero (dopo lo smontaggio della tribuna lignea da ricollocare in altra posizione all'interno della chiesa) dell'affresco della parete absidale ed il restauro della pavimentazione, dopo avere condotto una indagine conoscitiva sulla presenza di eventuali cavità o cripte.
Sarebbe essenziale inserire fra le priorità, per la sua tutela e valorizzazione, il restauro dell'organo, realizzato nel 1704 dal carmelitano Francesco Bombaci. Sarebbe anche importante recuperare, sebbene di proprietà privata, il sagrato della chiesa, il cui suolo appartiene all'Opera Pia.
E' indubbio che per pervenire ad un restauro filologico del monumento dovrà essere di primaria importanza la riunificazione di tutti gli studi e le conoscenze degli studiosi locali per meglio inquadrare la storia della chiesa, legata anche a quella della città, nel periodo antecedente il terremoto. Oggi possiamo dire che i lavori più significativi dal punto di vista della sicurezza del monumento sono stati compiuti; ulteriori interventi saranno programmati sulla base delle disponibilità economiche e saranno articolati in sottocantieri per consentire il contemporaneo utilizzo della chiesa, l'accessibilità e la visitabilità del cantiere a quanti vorranno seguirne l'evoluzione.
La chiesa di S. Francesco all'Immacolata aveva subìto notevoli danni con il terremoto del 1693; infatti si era registrato il crollo delle volte, mentre i pilastri avevano riportato lievi traslazioni, ancora oggi visibili, dei conci che li costituiscono. Tali elementi sono stati verificati dai saggi effettuati e dai lavori finora eseguiti. A riguardo il concio di chiave di una volta ottagonale, conservato nella chiesa, deriva dalla originaria volta absidale (di cui oggi vediamo i pennacchi) sostituita da una volta in canne e gesso con un medaglione ottagonale raffigurante il Padre Eterno, restaurato anch'esso nel corso dei lavori appena ultimati.
Dopo il terremoto la chiesa, con una campata in meno e la ricostruzione della facciata a capanna (sulla quale fu rimontato il portale gotico), con la ricostruzione delle volte crollate in canne e gesso e la sistemazione di quelle residue, risulta già riparata nei primi anni del 1700, tant'è che l'organo fu realizzato nel 1704, come risulta dalla data in esso riportata. Nel corso del 1700 furono effettuate le decorazioni delle navate laterali. Agli inizi del 1900 furono eseguiti alcuni lavori; fu modificata l'abside con la realizzazione dell'altare ligneo che ospita la statua dell'Immacolata, con il sacrificio, purtroppo, del coro ligneo, ancora oggi visibile dietro l'altare. Nella parte posteriore all'altare la parete absidale presenta degli affreschi.
Dal 1915 al 1919 furono realizzate le indorature della navata centrale e le decorazioni della navata laterale destra e dell'abside, riapparse durante l'esecuzione dei lavori appena ultimati.
Per quanto riguarda la pavimentazione un'operazione di riparazione, con la sostituzione (aihmè!) delle parti in pietra calcarea tenera con un conglomerato cementizio, fu realizzata nei primi del '900.
All'interno della chiesa vi è collocata una lastra tombale in pietra asfaltica di un ignoto cavaliere spagnolo, datata 1577, e il sepolcro di Maria Gallo e della figlia Mattea, datato1608, tutti elementi di datazione storica della fabbrica riconducibile al sedicesimo secolo.
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