Ragusa Sottosopra
n.1 del 04/02/2011
I luoghi della memoria
Commemorazioni, recupero dei luoghi della memoria, manifestazioni culturali legate a ricorrenze e celebrazioni istituzionali importanti sono state trattate dall'amministrazione comunale non solo come eventi cerimoniali, ma anche come occasioni di riflessione, confronto e coinvolgimento partecipativo della società civile.
Avvalendosi della collaborazione gratuita di Pierfrancesco Cilia si è voluto conferire ai temi legati alla storia democratica dello Stato e all'identità nazionale un maggiore impulso e visibilità. Abbiamo incontrato il collaboratore Pierfrancesco Cilia per approfondire questa tematica.
Quali sono i compiti del “consulente” per gli eventi commemorativi?
Preferisco definirmi un volontario per la città, che cerca di seguire e valorizzare la nostra storia e i nostri luoghi della memoria, luoghi che ricordano il sacrificio dei nostri padri, grazie a cui oggi noi godiamo della libertà e del benessere.
Come è iniziata questa collaborazione con il sindaco Dipasquale?
Tutto è iniziato in occasione della Festa dell'Unità Nazionale quando ebbi l'idea di portare fuori dal normale protocollo questa cerimonia. Ho sempre pensato che queste giornate avevano bisogno di una maggiore partecipazione della società civile. Così il 4 novembre del 2008 fu diverso: una piazza gremita di cittadini e in particolare di scolaresche che intervennero attivamente con dei canti patriottici e tanto calore, riempiendo con il lancio di palloncini tricolori il nostro cielo, in una coreografia indimenticabile.
Quindi un percorso iniziato per rendere partecipate queste ricorrenze?
Non solo partecipate ma anche sentite. Non ci siamo limitati a riempire le piazze di persone, ma anche di contenuti.
Come la manifestazione organizzata in Piazza Matteotti?
Anche questa iniziativa ha voluto coniugare storia e attualità, mettendo a disposizione dei cittadini l'intero dispositivo delle forze dello Stato con i propri uomini e mezzi. In un clima d'interesse generale a cui tutti hanno risposto con grandissima adesione.
A proposito di storia, entrando nell'aula consiliare si nota una bandiera tricolore a bande orizzontali…
Si tratta della copia del Primo Tricolore Italiano donata dal sindaco di Reggio Emilia alla nostra città; la donazione ha ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell'ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della Unità d'Italia. Lo storico vessillo fu presentato alla città in maniera solenne durante la 15ª edizione di Ragusani nel Mondo, benedetta da Mons. Paolo Urso, Vescovo di Ragusa, sulle note della Banda Nazionale dei Carabinieri. Al tricolore fu tributato il massimo degli onori.
Cito le parole del sindaco: “Noi siamo legati al tricolore...ci sono alcuni ambienti dove si ha timore di parlare del tricolore, siamo poco legati alla nostra bandiera. Noi no! Ci crediamo, per questo motivo siamo orgogliosi di aver ricevuto dal sindaco di Reggio Emilia una copia del Primo Tricolore”.
Crede che il suo impegno possa servire da stimolo per una maggiore sensibilità verso queste tematiche?
Sono convinto che questa azione ha già prodotto importanti risultati. I cittadini ci chiedono di riportare alla luce i luoghi della memoria presenti nel nostro territorio.
A cosa si riferisce?
Salvatore Marino, residente in contrada Camemi, ha richiesto il recupero di un vecchio fortino in cui sono morti dei nostri soldati durante i combattimenti nella seconda guerra mondiale. Segno di una partecipazione attiva da parte dei cittadini.
Un recupero agevole?
Un recupero non facile, vista la vasta presenza di macerie e di rifiuti di vario genere. Grazie all'azione sinergica fra i residenti di contrada Camemi e amministrazione comunale il recupero è stato possibile.
Oggi il fortino è visitabile e gli è stato restituito il decoro che merita, vista l'alta testimonianza storica del sito.
Si è voluto recuperare per non dimenticare?
Si è voluto ricordare il dramma della guerra che anche nella nostra terra ha visto il sacrificio di tanti soldati. Nel ricordo del Capitano Sella, a cui è stato intitolato il fortino di contrada Camemi, il sindaco Nello Dipasquale ha donato il medaglione della città ai discendenti di Sella, venuti dal Piemonte per partecipare al ricordo del loro congiunto.
I ricordi sono di parte?
I ricordi non hanno colore. I morti sono morti e basta. Per maggiore chiarezza, questa amministrazione si è spesa per tutte le commemorazioni, compreso il 25 aprile a cui ha dedicato un convegno alla presenza delle scolaresche della città.
Così come sono state organizzate iniziative in favore della giornata del ricordo dei martiri delle foibe e per ricordare le stragi di mafia. Sono certo di questo, e ringrazio il primo cittadino per essere stato sempre disponibile a tutte le richieste che provenivano dal territorio, ridando lustro e rispetto ai nostri luoghi della memoria.
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