Ragusa Sottosopra
n.1 del 04/02/2011
Variazioni su Piero Guccione
Per i 75 anni di Piero Guccione il Centro Studi Feliciano Rossitto ha messo in piedi un programma di manifestazioni culturali dedicate al maestro che abbraccia l'anno appena trascorso ed il 2011. La prossima primavera a Comiso si terrà un incontro di studio sui rapporti tra Piero Guccione e Gesualdo Bufalino, in autunno invece le manifestazioni si concluderanno a Ragusa con una grande mostra antologica nazionale che si avvarrà probabilmente dell'alto patrocinio del Presidente della Repubblica. Nel 2010 si è tenuto un convegno di studi su Piero Guccione, si è allestita una mostra degli studi per il Tondo del Teatro Garibaldi di Modica ed è stato pubblicato un volume antologico di grande respiro, “Piero Guccione”, a cura di Paolo Nifosì e Giorgio Sparacino, edito dallo stesso Centro Studi Feliciano Rossitto.
Abbiamo approfondito con Paolo Nifosì, noto storico dell'arte e docente universitario, alcuni aspetti del prodotto editoriale.
Professore Nifosì, intanto come nasce questa pubblicazione?
Questa antologia di scritti critici sull'ope-ra di Piero Guccione, di interviste e di suoi scritti per il periodo 1990-2010 nasce dall'esigenza di far conoscere a quanti sono interessati al suo lavoro quanto in quest’ultimo ventennio è stato pubblicato in cataloghi, soprattutto in recensioni e interviste, non essendo facile reperire volumi pubblicati in occasione di mostre spesso introvabili. Un'operazione analoga era stata fatta nel 1989 ad opera di Antonio Motta per la rivista Galleria, edita dall'editore Sciascia di Caltanissetta. Quell'antologia copriva in certo qual modo gli anni dal 1960 al 1989. Si è voluto in questo modo integrare quel volume con questo molto più ricco. L'occasione è stata il compleanno, i suoi settantacinque anni. L'iniziativa proposta dal sottoscritto è stata totalmente condivisa dal Centro Studi “Feliciano Rossitto” di Ragusa con la determinazione del suo presidente, on. Giorgio Chessari, e con la puntigliosa attenzione della segretaria Ornella Cappello. Il Centro Studi ha voluto far da battistrada nel contribuire a dare corpo ad un'operazione di lungo termine che intende sottolineare il ruolo culturale dell'area iblea nel settore delle arti visive.
L'investimento su Piero Guccione, uno dei più importanti artisti contemporanei italiani, coincide con gli obiettivi di strutturare il territorio nella sua consapevolezza culturale.
Il prestigioso volume, curato da Lei e da Giorgio Sparacino, quanto tempo ha richiesto per la sua realizzazione e che criteri vi siete dati per impostare un lavoro così complesso?
Il mio lavoro è stato quello di raccogliere nel ventennio quello che è stato possibile reperire sull'opera di Guccione; quello di Giorgio Sparacino è stato quello di digitalizzare tutti gli scritti e di arricchirli di un indice analitico molto prezioso per la consultazione. Ho cercato di pubblicare quanto più possibile, pensando ai tempi lunghi della storia. In ogni intervento, in ogni intervista, in prospettiva, si potranno trovare spunti utili alla comprensione delle opere.
Attraverso la raccolta di scritti su Piero Guccione e di Piero Guccione (circa 120), oltre una ricca bibliografia e biografia, quali aspetti ed esperienze del maestro avete voluto maggiormente rimarcare?
In primo luogo i contributi critici di grandi storici dell'arte e di critici d'arte. Mi preme segnalare innanzitutto i contributi di Enzo Siciliano e di Guido Giuffrè, due critici che hanno seguito l'opera di Guccione fin dai suoi esordi, il primo pubblicando la prima monografia sul maestro nel 1971 per le edizioni della Galleria “ Il Gabbiano” di Roma, ed il secondo per la seconda monografia pubblicata dieci anni dopo, per le edizioni Carte Segrete. Entrambi hanno continuato a scrivere finora. Purtroppo Enzo Siciliano è venuto a mancare da poco. In secondo luogo i contributi di Marco Goldin che ha curato la prima grande antologica di Guccione nel 1989 e che ha continuato a seguire con grande passione e acume la sua opera. In terzo luogo sono molto importanti i contributi di Maurizio Calvesi, di Antonio Paolucci, di Dante Isella, di Vittorio Sgarbi, Marco Vallora, Lorenza Trucchi, Roberto Tassi, Giorgio Soavi, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Piero Citati, Francesca Sanvitale, Elena Pontiggia, Fabrizio D'Amico, Flavio Caroli, Tahar Ben Jelloun, Antonio Belgiorno, Fiamma Arditi, Gianfranco Bruno; e l'elenco potrebbe continuare.
E' chiaro che sto citando solo i presenti in questa seconda raccolta. Nella prima, quella del 1989, vi sono contributi molto autorevoli: cito soltanto quelli di Jean Clair, di Susan Sontag, di Michael Peppiat,di Alberto Moravia, di Attilio Bertolucci. Nel complesso emerge una rilevante indagine critica sui molteplici aspetti della sua opera, sugli oli, sui pastelli sui disegni.
Il corpus di opere di Guccione spazia dalla città agli aeroporti, al mare, dai d'après su molti artisti dal Quattrocento all'Ottocento, ai carrubi, al paesaggio ibleo, all'interpretazione di opere letterarie e di opere liriche: proprio su questi ultimi temi nei prossimi mesi è programmata una mostra presso la biblioteca nazionale di Parigi.
Alla presentazione del volume lo stesso Guccione ha sottolineato la qualità estetica del volume. “E' un bell'oggetto”, ha detto. Raffinato nella forma e nel contenuto, ricco di alti contributi culturali, immancabile nelle librerie degli estimatori d'arte. Potete ritenervi soddisfatti del risultato.
A detta di un raffinato gallerista di Busto Arsizio che ha ricevuto il volume si tratta di uno dei pochi volumi di grande rilievo edito per un artista contemporaneo.
Stampato dalla Tipografia Barone & Bella di Ragusa non ha nulla da invidiare a quanto si stampa in Italia e in Europa.
Personalmente mi ritengo molto soddisfatto e penso che lo siano anche Giorgio Sparacino e Giorgio Chessari. Era un sogno che coltivavo da tempo e che finalmente ho avuto la fortuna di realizzare.
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