Ragusa Sottosopra
n.2 del 04/03/2011
La riqualificazione del centro storico superiore
Nello Dipasquale, Sindaco
La riqualificazione del centro storico superiore oggetto di uno studio preliminare di ampio respiro.
Largamente condiviso. Dagli ordini professionali. Dalla CNA, Confcommercio, Legacoop, Ance ed Ascom. Con l'obiettivo di ottenere i fondi del programma Jessica
Il recente incontro avuto nello scorso mese di febbraio con gli ordini professionali e le associazioni di categoria per definire l'iter da seguire per la costituzione della Società di Trasformazione Urbana ha una valenza di grande respiro sul piano progettuale e per il futuro sviluppo della città.
L'istituzione della STU consente la formazione di società miste il cui obiettivo è quello di recuperare aree degradate o scarsamente utilizzate del tessuto urbano. Grazie ai fondi della legge 61/81 il processo di risanamento dei due centri storici di Ragusa è oggi in una fase avanzata di recupero e riqualificazione di porzioni strategiche del tessuto urbano antico relativamente alle opere di restauro di monumenti, chiese, opere di sottosuolo e di viabilità, recupero di opere d'arte mobili, sostegno all'edilizia privata, alle strutture ricettive ed alle attività economiche. L'occasione offertaci dal programma dei fondi Jessica l'abbiamo colta con grande passione e convinzione perché riteniamo che sia uno strumento formidabile per intervenire in maniera “strutturale” in ambiti urbanistici che necessitano di opere organiche. Cento milioni di euro rappresentano potenzialmente la straordinaria risorsa economica che possiamo ottenere per la città di Ragusa con i fondi Jessica. La macchina si è messa in moto e finora ha prodotto un risultato molto importante: la costituzione di un “team” entusiasta e convinto i cui componenti, espressione a diverso titolo della città produttiva, saranno tutti impegnati nella realizzazione di un progetto ambizioso e affascinante, già tracciato e condiviso, che rappresenta per tutti una scommessa imperdibile. Avremo la possibilità di intervenire massicciamente nel centro storico superiore per riqualificare e rivitalizzare aree e funzioni in un momento in cui registriamo una inversione di tendenza nel crescente calo demografico che negli anni si è consumato in questa parte di città. Se guardiamo i dati della popolazione in questo centro storico degli ultimi 60 anni possiamo renderci conto dell'andamento: nel 1951 gli abitanti erano 33.680, nel 1961 31.375, nel 1971 24.626, nel 1981 19.951, nel 1991 19.388, nel 2001 erano 17.500 (il dato più basso lo abbiamo nel 2007 con 17.285), al gennaio 2011 il dato è di 19.000 abitanti di cui 750 stranieri.
Agli interventi già realizzati ed in itinere, che senz'altro hanno impresso una accelerazione importante in questo lungo processo di recupero, dobbiamo aggiungere una “rivoluzione” urbanistica: le polarità individuate nello studio preliminare (asse Rotonda Maria Occhipinti- Piazza Libertà- quartiere San Giovanni, l'ex scalo merci, le aree limitrofe alla vallata) devono sviluppare una pluralità di funzioni che favoriscano ed incrementino i flussi demografici, l'integrazione con gli extracomunitari, le attività commerciali, artigianali, culturali. Rendere il centro storico di Ragusa superiore attraente per viverci, lavorarci e starci, godendo del proprio tempo libero attivamente: questo è il sogno di tutti.
La soluzione progettuale di Piazza Libertà
Piazza Libertà, o meglio gli edifici che definiscono la piazza furono costruiti negli anni 30 del Novecento, parte su progetto dell'arch. Ernesto Lapadula e su progetto dell'arch. Fichera di Catania. La piazza era concepita come uno spazio vuoto definito dall'architettura razionalista e metafisica degli edifici che la compongono, funzionale alle esigenze del regime dell'epoca che vi svolgeva adunate e manifestazioni politiche.
Il progetto riprende il concetto di spazio vuoto e minimale; prevede l'intera pedonalizzazione della piazza, predisponendo una pavimentazione omogenea in listelli di pietra locale, direzionati lungo l'asse nord-sud a definire una direzione di unione con il tracciato della via Roma. Una grande fontana con spruzzi d'acqua a filo pavimento abbellisce la piazza non costituendo però un ostacolo alla fruizione dello spazio perché, una volta spenti gli spruzzi, la fontana sparisce. Pochi e semplici arredi posti lungo il perimetro attrezzano la piazza per un utilizzo di sosta e riposo. L'architettura dello spazio pubblico è ridotta volutamente all'essenziale con pochi e calibrati materiali, pietra, acqua e acciaio corten, valorizzando le architetture esistenti e definendo uno spazio flessibile e polifunzionale adatto allo svolgimento di manifestazioni varie.
Arch. Manganello, il masterplan per la riqualificazione del centro storico di Ragusa superiore, da poco presentato alla città attraverso un convegno, è il frutto di una forte convergenza tra diverse espressioni della comunità produttiva. Non era un obiettivo scontato. Cosa ha funzionato secondo lei?
Il centro storico di Ragusa superiore si presenta oggi come una vasta area urbana che non riesce a stare al passo con le dinamiche contemporanee; le attività economiche insediate sono in netto calo, come d'altronde la presenza delle persone. Si assiste a un forte spostamento dei residenti verso le aree periferiche della città, e contemporaneamente alla presenza di extracomunitari che vanno a occupare residenze offerte a bassi affitti perché degradate e semiabbandonate. Lo studio preliminare del masterplan ha avuto il merito di riportare all'attenzione della città le problematiche di un centro storico bellissimo, ma poco valorizzato, facendo emergere le istanze delle varie forze sociali che hanno immediatamente condiviso questo strumento di riqualificazione, comprendendone appieno l'importanza al fine di avviare processi virtuosi di riqualificazione.
Può dirci con quale approccio e metodologia avete condotto questo studio preliminare?
Grazie all'iniziativa dell'amministrazione comunale si sono svolti lo scorso anno due incontri volti a definire la migliore strategia per potere usufruire dei fondi comunitari del programma Jessica e arrivare alla formazione della STU, cioè di una società di trasformazione urbana con capitale misto pubblico e privato.
A questi incontri è stato invitato insieme agli altri ordini, l'ordine degli architetti di Ragusa. Il presidente dell'ordine degli architetti, Giuseppe Cucuzzella, ha espresso l'esigenza di elaborare un masterplan sugli interventi di riqualificazione per poter dare un approccio unitario ai vari interventi progettuali, senza il quale si sarebbe proceduto con interventi puntuali, ma contrastanti tra di loro. Il Focus Cultura, un organismo dell'ordine degli ar-chitetti (nello specifico il sottoscritto come coordinatore del Focus e l'arch. Giuseppe Gurrieri come componente), ha predisposto lo studio preliminare, un concept che analizza le varie problematiche offrendo l'esempio di una metodologia che dall'analisi urbana arriva alla definizione di linee guida che regolano i singoli interventi.
Sono in campo diverse ipotesi di “trasformazione” di ambiti del centro storico di Ragusa superiore che avete chiamato “polarità”. Qual' è la filosofia di fondo che lega tutte le proposte progettuali?
Nell'ambito dello studio preliminare abbiamo subito individuato diverse aree, che abbiamo chiamato, appunto, Polarità; esse sono delle vere e proprie strutture urbane complesse, ambiti di intervento dove concentrare l'insediamento di diverse funzioni qualificate quali attrezzature di quartiere, culturali, sociali, verde pubblico, attrezzature ricettive e non ultimo le residenze, perchè senza il ritorno degli abitanti nel centro la città non può vivere e svilupparsi. Tali polarità individuano un asse di sviluppo che partendo dalla Rotonda Maria Occhipinti lungo la via Roma si estende verso sud, comprendendo l'intero tracciato di via Roma, piazza S. Giovanni, piazza Libertà, l'area Carmine Putie confinante con la vallata Santa Domenica su via Carlo Alberto Dalla Chiesa, l'area dello scalo merci e della stazione, per finire con l'asse di viale Sicilia e i grandi contenitori del Cinema Duemila e del supermercato ubicati sulla parte terminale di cava Gonfalone.
La filosofia dello studio che lega le varie proposte è quella di utilizzare queste aree come concentrazione di nuovi pezzi di città, caratterizzati da una nuova architettura di qualità, nel rispetto naturalmente di tutte le preesistenze storiche e nella volontà di riconvertire a nuove funzioni tutta una serie di edifici esistenti.
Non c'è architettura di qualità senza una committenza di qualità e in questo senso è estremamente importante che i responsabili dell'amministrazione, le forze sociali, le imprese, abbiano compreso che oggi si è di fronte a una svolta epocale per intraprendere tutti insieme un percorso di sviluppo che può portare Ragusa all'attenzione internazionale, come già avvenuto in città come Valencia, Siviglia, Barcellona, Bilbao, per citare una nazione, la Spagna, con diverse affinità con la Sicilia.
Una delle aree degradate ed inutilizzate che avete individuato è quella dell’ex scalo merci. E' uno spazio esteso in cui possono essere insediate diverse funzioni. Come lo avete immaginato?
Lo scalo merci è un'area di oltre quattro ettari in pieno centro, rappresenta una importante possibilità di intervento al fine di insediare funzioni qualificate. Il Piano particolareggiato approvato destina parte dell'area a verde pubblico attrezzato con spesa per la realizzazione interamente a carico del comune.
Quest'area rappresenta un esempio di quello che è possibile realizzare tramite la STU. Lo studio preliminare prevede la realizzazione a costo zero per la collettività di un grande giardino pubblico, posto sulla copertura di una piastra attrezzata da destinare a funzioni culturali terziarie e direzionali con una parte residenziale. Gli interventi di recupero e riqualificazione previsti nel masterplan e sviluppati dalla STU devono tutti avere queste caratteristiche di equilibrio finanziario.
L'investimento per le componenti private della STU deve recepire le risorse per realizzare nel contempo servizi qualificati per la collettività; e in questo si definisce il ruolo della governance pubblica della STU. Da puntualizzare, inoltre, che le risorse finanziarie dei fondi Jessica non sono a fondo perduto, presuppongono quindi investimenti sostenibili per rientrare nelle spese di acquisizione delle aree, di realizzazione degli interventi privati e pubblici.
Vice presidente Gulino, l'Ascom, come anche le altre associazioni di categoria, ha fin da subito condiviso gli obiettivi legati al programma dei fondi Jessica. Quale scenario potrebbe ipotizzarsi per il centro storico di Ragusa superiore?
L'interesse iniziale legato al programma di interventi prospettato si è man mano consolidato alla luce dei crescenti elementi di reale fattibilità che, ragionevolmente nel medio periodo, potranno dare una risposta importante alla riqualificazione urbanistica del centro storico, intesa sia quale recupero dell'esistente, sia come potenziale ri-modulazione e consentire un significativo sviluppo delle varie attività commerciali e relativi servizi connessi. I fondi Jessica, previsti dalla Comunità Europea per la riqualificazione urbana, potranno consentire di supportare questo cambiamento.
Quale ruolo hanno avuto le associazioni di categoria nella predisposizione delle ipotesi d'intervento?
Riteniamo molto importante questa fase poiché ha consentito un confronto, pragmatico e di reciproco arricchimento, tra le varie associazioni di categoria, gli ordini professionali e la società civile. Si è così condiviso uno strumento di indirizzo che evita interventi a “macchia di leopardo”, non omogenei, diventando un contenitore dinamico che tiene conto non solo di elementi di carattere urbanistico, ma anche di importanti paletti di carattere sociale, storici e culturali, che tende a cambiare radicalmente la modalità di fruizione e di sviluppo dell'intera città regalando, peraltro, la possibilità di assicurare una nuova identità al centro storico di Ragusa superiore.
Quali sono i fattori che ritenete più importanti ed incisivi per un rilancio degli interventi ed un incremento delle attività produttive?
L'approfondimento delle tematiche ci ha consentito di individuare la fondamentale im-portanza della costituzione di una STU (Società di Trasformazione Urbana), da attuarsi con la partecipazione mista pubblico-privato, che consente, alla luce di una approfondita verifica della relativa sostenibilità, un più agevole cammino procedurale nella realizzazione dei progetti prospettati. Peraltro, la STU è l'unico strumento beneficiario di finanziamenti con fondi Jessica e con tutte le altre forme di finanziamenti agevolati. Nuovi spazi commerciali, nuovi contenitori culturali, nuovi spazi di pubblica utilità e di aggregazione con valorizzazione degli esistenti, nuovi spazi di edilizia direzionale e residenziale, anche agevolata, nuove vie di mobilità alternativa (funicolare o funivia etc), estesa riqualificazione dell'esistente ed estensione della pedonalizzazione saranno possibili, consentendo in tal modo un deciso incremento delle attività produttive, ma anche cambiando il volto del centro storico della città e della sua vivibilità.
Aggiungi questo link su: