Ragusa Sottosopra
n.2 del 04/03/2011
Recupero e attivazione delle fontanelle pubbliche nel centro storico di Ragusa
Gesualba Orefice, Architetto
Iniziati i lavori di restauro. Saranno recuperate 45 fontanelle. La città ne aveva più di 156. Oggi ne rimangono solo 59
Sono finalmente partiti i lavori di recupero ed attivazione delle fontanelle pubbliche nei centri storici di Ragusa. Il progetto, che fu approvato il 27 settembre 2007 dalla Commissione del Centro Storico di Ragusa, è in fase di realizzazione, dopo varie vicissitudini e solleciti fatti al competente ufficio, l'interessamento del consigliere comunale Sonia Migliore, la determinazione del sindaco Dipasquale che ha subito dimostrato la volontà di portare a compimento questo intervento avendo avuto contezza della stasi in cui era finito (numerosi sono stati gli articoli pubblicati sui giornali locali che chiedevano “che fine avesse fatto il recupero delle fontanelle”) e l'operatività dell'assessore al Centro Storico Salvatore Giaquinta che, non appena insediato, ha voluto portare avanti l’iter dell’opera ritenendola importante sia per il valore artistico che storico-culturale.
Dopo essere stato aggiornato il computo metrico per la seconda volta rispetto al prezziario regionale del 2009, il progetto nell'aprile del 2010 viene esitato con parere favorevole dalla Commissione del Centro Storico di Ragusa. Il 22 febbraio scorso è stato consegnato il lavoro alla Ditta Kermes s.r.l. di Ragusa, che dovrà eseguire i lavori di restauro ed attivazione delle fontanelle.
L'importo dei lavori è di circa 150 mila euro ed è stato appaltato con un ribasso del 29%. Un ringraziamento è doveroso anche al mio collega arch. Giovanni Sgarlata, che ha collaborato alla stesura di tutto il progetto e in particolar modo alla ricerca storica che abbiamo eseguito, in cui è emerso che in tutta Ragusa erano presenti più di 156 fontanelle di cui 92 scomparse e 59 esistenti, di queste 45 saranno oggetto d'intervento.
Le prime fontanelle su cui stiamo intervenendo sono quelle in ghisa, che sono state già rimosse dal loro sito e che saranno restaurate in laboratorio, nel frattempo saranno sistemate le loro basi con dei conci in pietra dura e ripristinato l'impianto idrico.
Successivamente si continuerà con quelle fontane che presentano diverse patologie e che nel tempo hanno subito dei gravi danneggiamenti, proprio per poter affrontare da subito tutte le problematiche, come ad esempio la fontana a "colonnina" sita in Largo dei Mazzi, quella con la "testa di leone" in via Ioppulo e "l'abbeveratoio" di Largo San Paolo. Il lavoro sarà continuamente monitorato attraverso analisi, fotografie, rilievi se necessari, calchi di alcune parti architettoniche delle fontane (ad esempio le teste di leone), schedature che registreranno le vari fasi di restauro. É nell'intenzione sia dell'amministrazione, che della sottoscritta e dell'impresa realizzare una pubblicazione per illustrare la metodologia d'intervento e i risultati finali di recupero delle fontanelle (le foto saranno realizzate da Giuseppe Leone) con l'intento di dare un contributo sul restauro di elementi lapidei.
Il fine dell'intervento di restauro conservativo, secondo me, deve essere il meno possibile invasivo, in quanto lo scopo del restauro stesso è quello di trasmettere nella loro autenticità le antiche testimonianze culturali.
Ovviamente nei casi di "aggiunte tecniche" si cercherà di renderle riconoscibili e distinguibili dagli elementi preesistenti senza compromettere l'unità figurativa dell'intero manufatto. Si è scelto il principio del "minimo intervento" escludendo tentativi d'imitazione o effetti di "finto antico" e anche di "ammodernamenti" per impedire che l'intervento sia più evidente e più importante dell'intero manufatto. Ricordo che ogni operazione segue anche il principio della "reversibilità" nell'utilizzo dei prodotti di restauro per la salvaguardia dell’opera, tenendo conto del rispetto della compatibilità dei materiali costituenti la preesistenza e quelli aggiunti sia per integrazioni che per riparazioni in modo da assicurarsi la “durabilità” degli interventi stessi. Volevo ricordare che il recupero di questo patrimonio storico, culturale ed artistico deve essere tutelato sia da parte dell'amministrazione, che sta affrontando delle spese per il loro recupero, ma anche da ogni singolo cittadino, in modo che non vadano perdute queste importante testimonianze che troppo spesso sono oggetto di atti vandalici da parte di coloro che non capiscono il "bene" che i nostri avi ci hanno lasciato.
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