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Ragusa Sottosopra

n.4 del 26/07/2011

Il saluto a Mimì Arezzo

Faustina Morgante

foto articolo

La città saluta con grande partecipazione e testimonianza d'affetto e stima Mimì Arezzo


Ibla dipinta nelle pareti della sua casa. Scolpita nel suo cuore. Il cuore di Mimì Arezzo. Figlio illustre di una città che gli si è stretta attorno con grande dispiacere e commozione, consapevole che andava via un uomo dalle qualità rare, che ha dedicato una vita intera alla cultura della tradizione, della storia locale, alla valorizzazione della nostra terra.
Un amore coltivato attraverso varie forme di impegno: come scrittore, come storico, come politico, come amministratore.
Ironia e amabilità erano gli ingredienti principali del suo porsi; un modo d'essere che la malattia non è riuscita a cambiare, a oscurare.
“Un uomo d'altri tempi”, “un uomo d'onore e foto articoloappassionato”, “umanamente unico”, “diretto e leale”, sono alcune delle tante definizioni usate da chi lo conosceva, da chi lo apprezzava. Mimì Arezzo, “dalla schiena dritta e la testa al cielo” (una delle espressioni con cui i figli, Michele, Peppe e Vania, lo hanno ricordato in una commovente “lettera” al padre) lascia tante testimonianze: i suoi libri (ricordiamo la collana “Una Ragusa da amare”, il romanzo a sfondo storico “Il processo”, i tanti articoli e collaborazioni (suoi contributi sono stati pubblicati sui numeri 3/2007, 1/2008, 1/2009 e 1/2010 di Ragusa Sottosopra), la pubblicazione a partire dal 2004 del periodico “Il Pungiglione” di cui era l’editore, il suo impegno instancabile per so-stenere le iniziative culturali che ritefoto articoloneva valide, la sua entusiastica attenzione nei confronti dei giovani che sempre spronava, valorizzandone le virtù, le proposte, i progetti.
Con grande volontà e coraggio non ha dato tregua alla sua malattia, affrontandola con una forza d'animo “senza parole”.
Non si fermava mai Mimì Arezzo. Quante volte l'abbiamo visto arrivare puntuale alle conferenze stampa, alle riunioni, con l'aspetto “sconvolto” dalla chemioterapia appena fatta (di cui si scusava), sempre con il sorriso sulle labbra ed una battuta ironica pronta.
Ha resistito fino alla chiusura di un ciclo che è coinciso con il portare a termine il suo mandato politico, sostenere il figlio Michele durante la campagna elettorale e trasmettere la sua esperienza di vita al futuro.
Faustina Morgante

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