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Ragusa Sottosopra

n.4 del 26/07/2011

Ricordi di un tempo - Poesie sbiadite di G.Gambina

foto articoloLa continuità della memoria. Ovvero, meglio si direbbe, la memoria che riaffiora, si rivisita e si tramanda. Se non ci fossero personaggi come Giovanni Gambina, che rovista negli anfratti della propria identità vissuta e dei “cunta” del passato riferito e rielaborato, si disperderebbe un grandissimo patrimonio costituito da uomini, fatti, luoghi, episodi, aneddoti, circostanze, dialetti e modi di dire.
Il tutto ammantato da un velo più o meno sfumato tra il nostalgico ed il fiabesco, tra l'assurdo ed il reale, tra il sogno e la fantasia, tra la crudezza della vita e la speranza che, alla fine, la stessa vita comunque continui e sia perfino rosea.
Ma come è possibile che tante cose di questo mondo raccontato da Gambina siano svanite e, addirittura, cancellate? Il vuoto mnemonico, l'annullamento della memoria: ecco uno dei mali più terribili dell'era contemporanea. A tutti i livelli: familiare, scolastico, sociale, politico.
É un fatto generazionale, si dice cofoto articolon la solita superficialità, permettendo così, ed addirittura giustificando, l'enorme ignoranza(nel senso etimologico del termine e cioè “il non sapere”) che pervade la nuova generazione. In un tempo sempre più dedicato agli sms, alle email, a facebook ed ai loro linguaggi contratti e criptici prendere in mano un libro, sfogliarlo e leggerlo è divenuta cosa rara e stolta.
Ci vuole coraggio, oggi, a scrivere un libro di ricordi, una raccolta di memorie. Destinati a chi? Agli anziani per riportarli ad epoche che, nel bene e nel male, non torneranno più; ai contemporanei, troppo distratti dallo stress quotidiano lavorativo e mediatico (un telegiornale, un talk-show o una fiction soddisfano le già esigue esigenze di sapere); ai ragazzi, ai giovani, questo si! Ma è una sfida. Il coraggio Giovanni Gambina l'ha avuto, e questa sua terza pubblicazione lo dimostra, e la sfida l'ha lanciata.
Speriamo solo che sia raccolta.
Giovanni Ottaviano

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