Ragusa Sottosopra
n.3 del 07/06/2005
Il restauro della Chiesa di S.Teresa
L'intervento di restauro ha
permesso di restituire alla
città un immobile che da anni
versava in una condizione
di semi-abbandono.
Non utilizzato come luogo
di culto oramai da decenni,
era destinato a magazzino e
locale di deposito. Oggi è una
pregevole struttura al servizio
della collettività con la nuova
destinazione ad auditorium.
Marilena Trovato,architetto e Vincenzo Tumino, ingegnere
I primi riferimenti storici sull'immobile risalgono al testo del Sortino “Ragusa Ibla sacra” del 1928 nel quale l'autore sostiene che la chiesa esisteva già intorno al 1620 ed era intitolata a S. Maria delle Grazie; fu nel 1661 che l'allora Vescovo donò la chiesa all'orfanotrofio intitolandola a S. Teresa.
Il sisma del 1693 non provocò danni significativi alla chiesa che, tre anni dopo l'evento sismico, era inserita tra le chiese aperte al culto. Il 1765 fu l'anno in cui fu eseguito su committen-za della famiglia Castelletti, così come testimonia lo stemma della casata posto sull'arco dell'altare maggiore, un intervento organico di abbellimento interno che prevedeva la realizzazione del soffitto voltato in canne e gesso con stucchi in rilievo. Da indagini storico catastali risulta che il prospetto si affacciava su uno slargo che permetteva la visione completa della facciata. Oggi questo slargo non esiste più perché dopo la demolizione dell'isolato antistante, avvenuta intorno agli anni '60, sono state realizzate due palazzine popolari che, occupando anche parte del sacrato, hanno compromesso tale visuale.
Dai primi sopralluoghi effettuati l'immobile tutto si presentava in uno stato di decadimento avanzato sia all'interno che all'esterno; sui prospetti erano presenti fenomeni di degrado quali croste nere, alterazioni cromatiche ed efflorescenze sui paramenti lapidei, dovuti alla duplice azione dell'umidità di risalita e degli agenti atmosferici, nonché evidenti fenomeni di distacco dell'intonaco sul prospetto principale.
Non migliori erano le condizioni interne; infatti per effetto delle infiltrazioni d'acqua le volte in canne e gesso versavano in pessime condizioni e quella sopra la cantoria era addirittura crollata, così come una parte di quella della navata a ridosso dell'arco che delimita la cantoria stessa. Gli arredi lignei presenti all'interno (matroneo, pulpito ed organo) avevano subito gravi danni causati anche da atti vandalici.
L'intervento progettuale è stato dapprima rivolto al risanamento ed al recupero della copertura; a tal fine è stato realizzato un cordolo sommitale in muratura armata, le capriate sono state controventate con elementi metallici ed è stato posto in opera un tavolato in legno, tutto ciò al fine di ottenere un effetto cerchiante sulla muratura e quindi un miglioramento del comportamento sismico della struttura. Localmente sono stati eseguiti anche dei lavori di cuci e scuci per risanare alcune lesioni presenti nella muratura e per ripristinare ammorsature tra i muri maestri.
Particolare cura è stata posta nel restauro delle volte in canne e gesso previa pulitura ed integrazione delle canne e delle centine danneggiate e successivo consolidamento mediante realizzazione di una cappa in gesso con annegata una rete in fibra di vetro, contemporaneamente, sulla scorta di alcune foto storiche e del rilievo eseguito, sono state ricostruite le volte crollate. La volta reale in muratura posta a copertura dell'abside è stata anch'essa ripulita ed alleggerita eliminando l'accumulo di materiali di risulta che pregressi interventi avevano depositato sulla stessa e successivamente consolidata.
Per quanto riguarda la pavimentazione si è previsto il divellimento di quella esistente, la realizzazione di un vespaio areato e la posa in opera della nuova pavimentazione in lastre di asfalto e pietra di Comiso. Durante i lavori di scavo all'interno della chiesa è stata rinvenuta una cripta nell'area sottostante l'aula di cui non vi era traccia alcuna né fisica né documentale, a questa si accede dai locali dell'attiguo convento mediante una scala in pietra. Inoltre durante i lavori di rimozione dell'intonaco interno, nella zona absidale è venuto alla luce un fregio, testimonianza dell'impianto primario della chiesa, che è stato ripulito e lasciato come memoria storica.
Oltre al rifacimento dell'intonaco delle pareti, sono state riaperte due porte, in precedenza murate, una su via Tenente La Rocca, per la realizzazione di un'edicola dove saranno affissi gli annunci, l'altra sulla parete comune con il convento, al fine di consentire l'accesso ai servizi igienici che sono stati collocati in uno spazio dell'attiguo convento.
All'esterno si è proceduto con i lavori di rimozione dell'intonaco e successivo rifacimento con intonaco naturale a base di calce; sui paramenti lapidei si è proceduto ad un'accurata pulizia tramite acqua nebulizzata e preparati a base di carbonato di ammonio. Per quanto riguarda la destinazione funzionale degli spazi, l'aula della chiesa è stata adibita a platea dell'auditorio, disimpegnata da due camminamenti posti a ridosso dei muri perimetrali per consentire la completa visione delle lesene e degli arredi lignei.
Nella parte centrale sono state collocate le poltroncine ribaltabili per un totale di 78 posti a sedere. Inoltre è stata prevista una parete in legno e vetro che, posta a ridosso dell'arco della cantoria, permette di creare il foyer avente funzione di filtro tra la sala e l'esterno, il che consentirà di tenere il portone d'ingresso completamento aperto durante gli orari di utilizzo della sala, fungendo così anche da uscita d'emergenza. Il presbiterio accoglie il podio sul quale è collocato il tavolo dei relatori.
Nella sagrestia è stata ricavata un'aula per i relatori ed è stata realizzata un'altra uscita di sicurezza riaprendo una porta in precedenza trasformata in finestra.
Considerato che l'auditorium è adiacente ai locali del convento di Santa Teresa, futura sede della facoltà di Lingue e Letterature Straniere, sono stati previsti dei collegamenti con i locali attigui attraverso due aperture attualmente murate, di cui una posta vicino all'ingresso principale, l'altra che consentirà l'accesso alla cantoria.
Per la parte impiantistica sono stati realizzati l'impianto idrico, l'impianto elettrico, di illuminazione, di allarme e di riscaldamento. Particolare attenzione è stata rivolta alla realizzazione dell' impianto di illuminazione, che è stato realizzato perseguendo un duplice obiettivo: da un lato valorizzare gli elementi architettonici, dall'altra ottenere una qualità della luce adeguata alla destinazione d'uso della chiesa, il tutto sfruttando il cornicione posto all'imposta delle volte. L'impianto di riscaldamento, per evitare corpi radianti a vista ed al fine di consentire un migliore comfort termico per gli occupanti, è stato realizzato con pavimenti radianti.
Il restauro della chiesa di Santa Teresa si concluderà con il restauro degli arredi lignei, quali il portone d'ingresso, il pulpito, il matroneo e la struttura lignea dell'organo, restituendo all'immobile la dignità perduta.
È indubbio che l'intervento progettuale eseguito è volto a creare a Ragusa Ibla un'ulteriore spazio da destinare all'organizzazione di convegni e mostre, senza tralasciare come obbiettivo raggiunto anche il recupero in funzione della memoria dei residenti del quartiere, che hanno avuto la possibilità di rivedere la chiesa “con le pareti candide….. come la mantenevano le suore”.
I lavori di restauro della chiesa di Santa Teresa a Ragusa Ibla, iniziati nel giugno del 2002 e conclusi nel dicembre dell'anno successivo, finanziati con i fondi della L.R. 61/81, hanno permesso di restituire alla città un immobile che da anni versava in una condizione di semi-abbandono, non utilizzato come luogo di culto oramai da decenni, era destinato a magazzino e locale di deposito.
L'incarico iniziale prevedeva di effettuare solamente un intervento di restauro conservativo dell'immobile, successivamente, in fase di esame del progetto, la Commissione Risanamento Centri Storici ha deciso di destinare i locali ad auditorium.
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