Ragusa Sottosopra
n.6 del 30/11/2011
Centro e dintorni
Maria Grazia Bocchieri, Giornalista
L'amministrazione comunale punta sul rilancio economico del centro storico ripensando la città. Con il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria
Rilanciare lo sviluppo economico nel centro storico di Ragusa è una delle grandi sfide in agenda dell' amministrazione Dipasquale. L'assessore allo sviluppo economico Sonia Migliore dal suo insediamento ha convocato nutriti incontri con le parti per delineare scelte e strategie condivise e sinergiche con l'obiettivo di mettere in campo azioni concrete ed efficaci a sostegno di una maggiore produttività economica ed incremento dei flussi turistici. L’abbiamo incontrata per approfondire l'argomento.
Assessore Migliore quali le linee guida per sostenere e rilanciare il settore del commercio nel centro storico?
Il settore del commercio, come quello dell'agricoltura e delle piccole e medie imprese, è investito in pieno dalla travolgente crisi economica e finanziaria che oggi vede penalizzati tutti i consumi, e non solo quelli più voluttuari ma anche quelli di prima necessità, essendo le famiglie del ceto medio sottoposte a gravi difficoltà derivanti da forti pressioni fiscali, dagli aumenti prorompenti del caro vita, dal trovarsi ad essere il primo ammortizzatore sociale, specie dei propri figli che subiscono una drammatica crisi occupazionale.
Ciò premesso, ci troviamo in una condizione in cui il nostro centro storico superiore soffre come non mai delle risultanze negative e drammatiche di un lento e progressivo fenomeno di spopolamento che dura da 40 anni, cioè sin dal primo esodo verso i grandi condomini della primordiale periferia di via Carducci e via Archimede. Il Piano Particolareggiato del Centro Storico approvato dal precedente Consiglio Comunale, che stabilisce nuovi criteri di moderna vivibilità delle “casupole” del centro, sicuramente riporterà nuove condizioni abitative all'interno del centro e sarà una svolta vincente per il suo ripopolamento: un quartiere “vive” solo quando è abitato e quindi torna ad essere meta di investimenti di servizi, locali pubblici e relative attività commerciali. Inoltre la rinascita di Ibla, che oggi è un vero gioiello barocco, ha spostato l'attenzione di attrattiva turistica e ricreativa da Ragusa superiore, penalizzandola ulteriormente: tenendo conto che il nostro centro storico è abnorme e che le quote di investimento della Legge 61/81 sono per l'80% destinate ad Ibla, poco si può investire su Ragusa superiore. A questi due elementi fortemente penalizzanti per Ragusa superiore, si aggiunge l'errore politico di avere consentito l'insediamento di tre grandi centri commerciali che, a mio avviso, sono assolutamente sproporzionati nei confronti dell'utenza ragusana e che inevitabilmente hanno dato un grosso colpo ai piccoli commercianti, come del resto la legge di mercato impone con l'avanzare delle grandi distribuzioni. Allora bisogna reinventarsi un nuovo progetto di città che contemperi le destinazioni d'uso di Ibla, del centro storico superiore e delle periferie e che individui una precipua funzione per ognuna di queste zone; parallelamente bisogna fare in modo che l'utenza dei consumatori si ampli, sottraendola dalle zone limitrofe e spalmandola equamente fra il commercio periferico e quello centrale. E' ovvio che per fare questo bisogna attuare una politica che preveda due tipi di intervento: uno più immediato ed uno a più largo respiro; quindi attraversare l'onda della crisi, riaccendendo i riflettori sul centro storico: agevolazioni fiscali per i ristoranti (abbattimento della tosap), potenziamento dei trasporti fra le due zone di Ragusa, liberalizzazione dei pubblici esercizi di somministrazione, riqualificazione urbana dei principali assi viari del centro, creazione di una rete museale che individui un percorso turistico fra palazzi, chiese e musei, realizzazione di Infopoint turistico-commerciali nel centro, a Ibla e nei centri commerciali, creazione di un Logo unitario di marketing associato che rappresenti l'intera struttura commerciale della città di Ragusa per la promozione di tutta la città in termini turistici, culturali e commerciali e l'istituzione di eventi fieristici e mostre mercato (a tal proposito sono stati calendarizzati tutti gli ultimi fine settimana di ogni mese in cui si terrà “il cuore degli iblei” - mostra mercato di artigianato e produzione locale, la festa dell'arte e della musica, il mercatino di Natale, la già esistente “sagra della frittella”). Evidentemente sono tutte attrazioni turistiche che, debitamente pubblicizzate, hanno l'obiettivo di far passare il messaggio che ogni mese a Ragusa, e durante l'apertura domenicale dei negozi, nel centro storico superiore c'è qualcosa da fare e da vedere. Infatti si sta lavorando per organizzare “il week-end dello shopping dei maltesi a Ragusa”.
Dialogo e collaborazione sono due elementi imprescindibili; affinché ciò avvenga che tipo di risposte ha avuto dai rappresentanti dei vari organismi coinvolti?
L'interlocuzione con tutte le associazioni di categoria, in tutti i numerosissimi tavoli convocati, è stata molto positiva: sono assolutamente convinta che il coinvolgimento di tutti gli attori preposti a vario titolo, dietro la regia che l'assessorato allo sviluppo economico può e deve mantenere, sia necessario per instaurare un clima di collaborazione e di sinergia, in grado di superare non solo alcune ataviche contrapposizioni, ma soprattutto per non scatenare un clima di “guerra fra poveri” che in questa drammatica crisi si evince. L'obiettivo è di interesse comune: mantenere ed accrescere lo sviluppo economico della nostra città
Per affrontare tale emergenza è stato costituito un comitato .Quali sono gli obiettivi che si pone questo organismo?
Il tavolo “anticrisi”, che sarà costituito da un rappresentante di ogni associazione di categoria e sindacale e che si avvarrà della preziosa collaborazione di un esperto di marketing a titolo gratuito, ha il compito fondamentale ed importantissimo di monitorare costantemente le condizioni dell'at-tuale crisi, le refluenze delle domeniche aperte in relazione alle iniziative intraprese, la capacità occupazionale ed il suo potenziamento; quindi l'onere di studiare, analizzare e rilanciare l'immagine del territorio e creare le giuste sinergie tra commercio, turismo e cultura. E' chiaro ed evidente che il risultato non può che essere positivo per il benessere dei nostri cittadini.
Assessore, lei ha più volte parlato del “Fare sistema”. Ci vuole spiegare come mettere in atto tale scelta?
La parola d'ordine per affrontare la crisi e superarla con il chiaro intento di non subirla, ma di affrontarla, è sicuramente “fare sistema”: con le associazioni di categoria, con gli organismi esistenti sul territorio, i sindacati, il mondo dell'asso-ciazionismo ed imprenditoriale, al fine di dare nuova linfa allo sviluppo culturale e socio-economico della nostra città, attraverso una sinergica interazione fra processi culturali, commerciali e turistici. E chiaro che bisogna puntare tutti in-sieme ad un rilancio del turismo ibleo che possa destagionalizzarsi e che, attraverso il potenziamento dei suoi servizi di base ed una seria politica di marketing territoriale, sarà in grado di sostenere l'economia ragusana, an-che e soprattutto commerciale.
L'obiettivo espresso deve anche essere accompagnato e sostenuto da una politica che avvii un processo di liberalizzazione concordata del commercio e dei servizi, mantenendo l'equilibrio fra la piccola e la grande distribuzione.
Pensa, e se sì come, di coinvolgere i cittadini fruitori dei servizi e diretti referenti del commercio stesso?
Il coinvolgimento dei cittadini è intrinseco e sarà il futuro naturale di tutte le politiche di interventi già programmati e messi in campo di cui parlavo prima, attraverso una grande campagna di pubblicizzazione che possa innescare processi di attrazione verso il centro storico e le offerte che si propongono per esso.
Ma per fare questo non basta che si attivi solo l'istituzione comunale: ritengo che noi stiamo facendo la nostra parte, ma il sistema imprenditoriale e commerciale della città deve rendersi conto delle attuali situazioni economiche dei comuni e deve collaborare attivamente con il coraggio di investire direttamente sul centro storico: se muore il centro, tutta la città morirà.
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