Ragusa Sottosopra
n.6 del 30/11/2011
Palazzo Sortino Trono Arezzo
Giuseppe Arezzo e Don Giuseppe Antoci
Composto da due corpi principali venne costruito a cavallo tra '700 ed '800 dal ricco possidente Carmelo Sortino Trono. Ampliando l'antica dimora preterremoto della famiglia Distefano
Il “tenimento di case” si articola oggi essenzialmente in due corpi principali: il primo costituto dal palazzo sito in Piazza Pola, angolo Corso XXV Aprile, di fronte alla chiesa di S. Giuseppe, ed il secondo costituito dal palazzo sito nel Largo dei Mazzi.
I due palazzi contigui, oggi di proprietà Arezzo di Triffiletti e Arezzo-Maggiore, vengono edificati tra gli ultimi anni del secolo XVIII e i primi anni del successivo secolo XIX per iniziativa del ricco possidente Carmelo Sortino Trono, ampliando e ristrutturando l'antico palazzo della famiglia Distefano, baroni di Cutalia, da lui acquistato dopo la morte dell'arcidiacono Gaetano Distefano, ultimo esponente dell'antica famiglia1. I Distefano abitano in quel palazzo fin dal secolo XVII, come si legge nella “Relazione” del Lauretta e nel manoscritto anonimo sulla Ragusa del '600, e di esso sono ancora individuabili alcune strutture architettoniche, in corrispondenza dell'arco sopra la via S. Tommaso: un curioso balcone ad angolo con grandi mensoloni ed un ricco portale con cornice in pietra a bugne diamantate, purtroppo seminascosto da un muro di recinzione.
Dopo qualche anno dall'acquisto, don Carmelo Sortino, “uomo di singolare ricchezza, di beni, di denari e di possessioni”2, probabilmente in occasione delle nozze dell'unica figlia Concetta con Domenico Arezzo Prado, 1* barone di Triffiletti proveniente da Noto, procede alla ristrutturazione dell'edificio, modificandone gli interni ed aggiungendovi un'ala sul lato posteriore, che prospetta sul Largo dei Mazzi. Numerose notizie di archivio si riferiscono alle ultime fasi di costruzione di questo “quarto” essendo relative alle decorazioni interne e agli arredi. Nel 1802 viene dato incarico agli adornisti palermitani Stefano e Francesco Cotardi, Ferdinando del Campo e Carlo Pollaci di “pittare o sia pingere le volte e le pareti della camera della cappella, la sala, camera di dormire, antecamera, camerone nel tenimento grande di case di d. Sortino nella Piazza Maggiore”3, mentre vengono commissionate a Giovanni Prioli, sempre di Palermo, “tutte le sedie che saranno necessarie per adornare il camerone e camera di dormire”4. Nel 1804, infine, Vincenzo Messina e Gaetano Bizzuolo vengono incaricati di decorare tutte le porte del palazzo: “quelle della prima e seconda camera con fondi coloriti e tutto lo restante indorati e bianchi a mistura”5.
Alcuni anni dopo, in occasione delle nozze del baronello Gaetano Arezzo di Triffiletti, nipote di don Carmelo Sortino, con Maria Arezzo di Donnafugata, figlia del barone Arezzo di Donnafugata, che si celebrano il 31 agosto 1818, il nonno gli dona la parte del palazzo che prospetta sulla piazza Maggiore, facendolo ristrutturare “in forme moderne” dal capomastro Carmelo Cultraro6.
Nonostante la nuova costruzione sia stata iniziata l'anno prima, alla data delle nozze la casa non è ancora pronta per cui don Carmelo Sortino concede al nipote le stanze prospicienti Largo dei Mazzi da lui edificate precedentemente finché non sia pronto “il quarto nuovo di case”7.
Gaetano Arezzo di Triffiletti muore in giovane età, nel 18308, ed il palazzo passa al fratello Giuseppe che, dopo qualche anno, ne sposerà la vedova Maria Arezzo.
Nella restante parte del palazzo continua invece ad abitare don Carmelo Sortino insieme agli altri nipoti, tra cui Agata, vedova del marchese Arezzo di Celano di Palermo, e il sacerdote Michelangelo Arezzo, Prevosto della Collegiata di S. Giorgio. Alla sua morte, nel 18439, don Carmelo Sortino lascia il palazzo in eredità alla nipote nubile Eleonora Arezzo di Triffiletti, pervenendo, nella seconda metà del secolo XIX, al nipote Carmelo, che lo unisce all'ala giuntagli dal padre Giuseppe, in modo da farne nuovamente una unica grande dimora.
Alla morte di Carmelo10, il palazzo viene ancora una volta diviso in due: l'ala prospettante sulla piazza Maggiore e sulla via di S. Tommaso (oggi XXV Aprile) va al figlio Michelangelo, mentre l'ala prospettante su Largo dei Mazzi va al figlio Giuseppe. La prima parte, che si affaccia su Piazza Pola, oggi di proprietà Arezzo-Maggiore, ha un prospetto ad un piano con tre balconi dalle sobrie cornici di gusto neoclassico, caratteristiche opere del capomastro Carmelo Cultraro. Dal semplice portone d'ingresso si accede ad un atrio, che ha una singolare pavimentazione con riquadri in pietra pece e ciottoli di fiume, nella parete di fondo si apre lo scalone in pietra asfaltica che conduce al piano superiore. Gli ambienti interni hanno subìto numerosi rifacimenti per cui conservano ben poco dell'aspetto originario ad eccezione del salone di rappresentanza con le belle sopraporte a temi mitologici, dipinte dal pittore calatino Francesco Vaccaro negli anni '50 del XIX secolo.
L'altra ala dell'antico palazzo, che si affaccia su Largo dei Mazzi, oggi di proprietà Arezzo di Triffiletti, ha un austero prospetto caratterizzato da una grande balconata con tre aperture e conserva ancora in gran parte l'aspetto datogli dal primo proprietario, don Carmelo Sortino, agli inizi del secolo XIX. Tra gli ambienti interni spicca il grande salone da ballo che, oltre a conservare in gran parte gli arredi originali, si caratterizza per uno splendido pavimento in pietra calcarea con intarsi in pece di gusto neoclassico raffiguranti intrecci vegetali e paesaggi.
1. Gaetano Distefano, arcidiacono della Collegiata di S. Giorgio morì il 24 Giugno del 1790. E nel cospicuo patrimonio subentrò il marchese Giuseppe Borgia del Casale di Siracusa, figlio dell'unica nipote Gaudenzia.
2. Manoscritto di P. Zaccaria, 1844
3. A. S. M. notaio Vincenzo Odierna, vol 1 min. 142
4. A. S. M. notaio Vincenzo Odierna, vol. 2 f. 254
5. A. S. M. notaio Vincenzo Odierna, vol. 4 f. 118
6. A. S. M. notaio Bonaventura Sulsenti jr, vol 17 min 245
7. A. S. M. notaio Bonaventura Sulsenti jr, vol. 18 min. 197
8. A. S. M. notaio Bonaventura Sulsenti jr, vol. 29 f. 611
9. A. S. M. notaio Bonaventura Sulsenti jr, vol. 42 f. 552
10. Carmelo Arezzo di Trifiletti costruisce la grande Villa Arezzo di contrada Castellana, oggi irrimediabilmente compromessa, che rappresentava,a giudizio degli scriventi, la residenza estiva ottocentesca, di impianto unitario, architettonicamente più rilevante ed imponente dell'intera provincia
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