Ragusa Sottosopra
n.1 del 11/02/2008
Circoscrizioni addio?
Faustina Morgante, direttore responsabile
di mantenerne solo tre: Ibla, San Giacomo e Marina di Ragusa.
Il punto di vista dei consiglieri Lauretta, Ilardo, La Porta e Fidone
Con delibera di giunta municipale n. 454 del 23 novembre 2007 l'amministrazione ha determinato di modificare il regolamento sul decentramento urbano e sul funzionamento degli organi circoscrizionali del Comune di Ragusa riducendo le circoscrizioni da sei a tre. Verrebbero soppresse le circoscrizioni di Ragusa Centro, Ragusa Sud e Ragusa Ovest, mentre verrebbero mantenute quelle di Ragusa Ibla, S. Giacomo e Marina di Ragusa. La scelta è scaturita da valutazioni legate all'esperienza di oltre un decennio degli organismi decentrati e dai recenti orientamenti politici e dell'opinione pubblica sia a livello nazionale che locale sul contenimento dei costi della spesa pubblica. Come ha valutato il suo gruppo questa decisione?
(Lauretta) La scelta è scaturita a mio modo di vedere dall'ennesima voglia del sindaco di acccreditarsi primogeniture che spesso lo portano a compiere scelte irrazionali e che poco hanno a che spartire con la buona politica.
Rispetto a questo il nostro gruppo aveva chiesto al sindaco tramite l'assessore Tasca in prima commissione di fermarsi un attimo aspettando l'approvazione della finanziaria nazionale visto che Sinistra Democratica a Ragusa vanta un senatore di maggioranza per cui su ciò che accade a Roma ritiene avere dei canali politici preferenziali: difatti noi non abbiamo preso nessuna posizione al contrario di altri gruppi proprio perché sapevamo che a porre fine a questa bagarre politica ci pensava il governo Prodi sulla base di una voce ben precisa del suo programma: la riduzione dei costi della politica.
Ritengo comunque che il sindaco da buon furbacchione ha sollevato la questione circoscrizioni per distrarre la città dai veri problemi che la affiggono e che spesso sono causa di un'amministrazione poco attenta alle cose concrete e di contro parecchio determinata a fare propaganda politica.
(Ilardo) Il mio gruppo è stato assolutamente protagonista di questa scelta condividendola dapprima con tutta la coalizione e poi con l'amministrazione, la quale ha recepito la proposta. La scelta è scaturita da un dibattito molto serrato e ovviamente sono emersi dati inconfutabili. L'esperienza decennale dei consigli circoscrizionali ha portato a fare alcune constatazioni, per prima la consapevolezza che è difficile dare le funzioni delegate a questi organismi poiché i costi sarebbero lievitati ulteriormente senza produrre i benefici per i cittadini. Ma le pressioni più forti sono venute soprattutto dai cittadini, i quali chiedono con forza il contenimento della spesa pubblica, dunque anche attorno a questo aspetto si è incentrata la discussione per poi arrivare a una decisione condivisa da tutti.
(La Porta) La deliberazione della Giunta Dipasquale non formula valide motivazioni sulla scelta compiuta, o meglio, giustifica debolmente la permanenza di alcune circoscrizioni a scapito di altre che verrebbero soppresse.
La scelta è superficiale e contraddittoria. Si lascia in vita la circoscrizione di Ragusa Ibla, ma si sopprime la circoscrizione del centro storico di Ragusa superiore, anch'esso ricco di riferimenti storici e di monumenti dell'Unesco. Si mantiene in vita la circoscrizione di Marina di Ragusa adducendo motivazioni turistiche, ma si sopprime Ragusa Ovest che comprende anche la zona costiera di Punta Braccetto. Si lascia San Giacomo per la sua marginalità geografica e si sopprime Ragusa Sud che, dal punto di vista sociale, presenta grosse zone di marginalità, di povertà e di degrado abitativo che, a parità, meritano maggiore attenzione da parte dell'Amministrazione. Sul piano del merito, non si spiega perché tenere in vita tre circoscrizioni che comprendono complessivamente appena 5 mila abitanti, mentre ne vengono soppresse altrettante che rappresentano la stragrande parte del territorio e della popolazione della città. Se una scelta vuole essere equa, dovrà riguardare l'intera città e non lasciare privilegi a porzioni di essa. Infine, sul piano della legittimità, la deliberazione, che modifica solo il regolamento per il decentramento, non si ritiene conforme allo statuto del Comune. Infatti, l'art. 54 così recita: "Il territorio comunale è ripartito in circoscrizioni di decentramento quali organismi di partecipazione…". Se si sopprimono tre circoscrizioni, in pratica gran parte del territorio resterebbe non “ripartito in circoscrizioni”, in contraddizione con quanto stabilito dall'art. 54 dello statuto. Pertanto, se tale modifica deve essere introdotta, bisogna modificare non solo il regolamento ma anche lo statuto.
(Fidone) Sono dell'idea che la rivisitazione dei quartieri era ormai una cosa dovuta sia perchè la città è cambiata, e dunque ha esigenze diverse rispetto al passato, sia perchè è cambiato anche il modo di amministrare la città, con i sindaci eletti in modo diretto dalla gente e dunque molto più vicini, rispetto al passato, alla città stessa. Forse, visto che non si è riusciti a fornire i quartieri delle giuste deleghe, averli razionalizzati credo sia stato non solo opportuno ma anche un atto di coraggio.
L'Amministrazione ha scelto di lasciare i cosiddetti quartieri decentrati, cioè quelli fisicamente più lontani rispetto al Comune dove magari è più difficile, parlo soprattutto di San Giacomo, avere la piena coscienza dei problemi da risolvere. Ma per le altre scelte non ho nulla da eccepire. Dovremo essere noi consiglieri comunali a farci carico, come giusto, ancor di più dei problemi della gente.
L'iniziativa della giunta è stata accolta negativamente dalle varie circoscrizioni e dalla opposizione. La scelta è sembrata prevaricante, non concertata ed inopportuna; sono state anche avanzate una serie di controproposte che vanno dalla ridefinizione territoriale delle tre circoscrizioni che si vorrebbero mantenere all'abolizione di tutte le circoscrizioni. Qual è la sua opinione nel merito?
(Lauretta) Ogni mia opinione sarebbe inutile oggi alla luce delle scelte già compiute a Roma, ma è evidente che le circoscrizioni senza poteri delegati servono a poco sia che siano sei o che siano tre .
Resta il fatto che anche in questa scelta il sindaco ha calcolato di mantenere i quartieri dove spesso i consiglieri di circoscrizione sono quasi totalmente di centrodestra, dimostrando che l'unico suo interesse è il mantenimento del consenso politico ( non si capisce perché debba scomparire Ragusa Ovest che comprende Punta Braccetto, mentre debba ri-manere Ibla che è confinante con Ragusa Centro ).
(Ilardo) Se eventualmente riesco a comprendere la legittima posizione dei consiglieri di circoscrizione, i quali difendono il loro ruolo peraltro legittimato anche dal voto popolare, non capisco la posizione assolutamente preconcetta da parte dei consiglieri comunali di opposizione che pur di fare opposizione a questa amministrazione si arrampicano sugli specchi. Vorrei ricordare ai gentili amici oppositori che tale proposta fu oggetto di dibattito nella precedente amministrazione di centrosinistra, ma ovviamente come tutti gli argomenti che affrontano non solo non vengono risolti ma rimangono solo chiacchiere. Noi al contrario abbiamo lavorato in sordina e quando abbiamo trovato l'unanimità abbiamo formalizzato la proposta, sicuramente da qui a qualche settimana approveremo la deliberazione così come è stata portata da parte della giunta.
(La Porta) Sul piano del metodo, non condividiamo l'impostazione arbitraria da parte dell'Ammini-strazione che, senza un dibattito con le forze politiche della città e prevaricando le prerogative del Consiglio Comunale, formula una proposta frutto di un brutto compromesso politico all'interno della maggioranza di centrodestra che non tiene assolutamente in conto le reali esigenze della città. Sul piano politico, la determinazione del Sindaco è stata intempestiva, in quanto la legge finanziaria varata dal parlamento nazionale, nell'ambito del contenimento dei costi della politica, ha previsto la soppressione delle circoscrizioni per le città inferiori a 100 mila abitanti, quale è Ragusa. Rimane da verificare se la Regione recepirà tale norma, ma non vedo motivi perché non dovrebbe farlo. Infine, la questione fondamentale sul ruolo politico delle circoscrizioni è stata in sostanza elusa dall'Amministrazione. Alle tre circoscrizioni che dovrebbero rimanere s'intende delegare delle funzioni e quali? Se non vi è risposta a questa domanda, non ha senso lasciarne alcuna!
Se si vuole attuare il decentramento dei servizi, così com'è attualmente, è sufficiente attrezzare degli uffici periferici del Comune (come avviene per Marina di Ragusa) che possono ben funzionare anche senza l'organo politico circoscrizionale in quanto sarebbero sotto la responsabilità dei dirigenti di settore e per ultimo dell'Amministrazione.
In ogni caso, penso che la decisione finale è ormai ineluttabile. Le circoscrizioni nelle piccole realtà locali, quale Ragusa con 71 mila abitanti, hanno esaurito la loro funzione storica di garantire una partecipazione più piena alla vita democratica, in quanto si sono rivelati strumenti per appesantire la macchina amministrativa e in quanto l'unica funzione svolta è stata quella di rendere pareri sulle deliberazioni del Consiglio Comunale. Il periodo storico nel quale è maturata la scelta di istituire le circoscrizioni era diverso dal momento attuale. La partecipazione democratica era avvertita come esigenza di contribuire alla crescita del quartiere e della città attraverso un impegno politico per lo più volontaristico e senza eccessivi oneri per la collettività. Insomma, i costi delle circoscrizioni erano contenuti e ne giustificavano ampiamente l'esistenza. Vi era, poi, la prospettiva di far evolvere il ruolo delle circoscrizioni attraverso le funzioni amministrative delegate.
Questo non è mai accaduto per un problema di risorse di bilancio. Oggi, mancando le deleghe amministrative, manca una vera e propria funzione delle stesse circoscrizioni che ne possa giustificare il mantenimento. Rimane, comunque, il lavoro svolto, ad onor del vero solo da qualche componente, di controllo e di indirizzo dell'azione amministrativa della giunta, ruolo peraltro già assolto dai consiglieri comunali. Alla luce di ciò, ritengo che l'abolizione totale delle circoscrizioni sia la via migliore.
(Fidone) Il dibattito politico è sempre particolare, nel senso che è pieno di strumentalità. E' chiaro che la scelta dell'Amministrazione non poteva accontentare tutti, soprattutto quanti, legittimamente, hanno iniziato e vogliono continuare la propria carriera politica all'interno dei consigli di quartiere. Quanto alle critiche avanzate dall'opposizione, che dire, fanno il loro dovere di oppositori. Mi spiace solo se le posizioni espresse sono preconcette e non veramente dettate dall'interesse reale verso la cittadinanza. In ogni caso, lo ripeto, una razionalizzazione delle risorse era davvero necessaria.
L'ultima finanziaria nazionale taglia la testa al toro stabilendo di eliminare le circoscrizioni nelle città al di sotto dei 100.000 abitanti. Questo vanifica totalmente il dibattito in atto oppure bisogna ragionare su altri parametri come, ad esempio, prepararsi ad un progetto di decentramento delle funzioni amministrative che possa garantire servizi essenziali ai cittadini delle periferie e delle frazioni?
(Lauretta) Ritengo che occorre lavorare alla risoluzione dei veri problemi della città, di smetterla con i finti problemi creati appositamente da qualche amministratore o da qualche consigliere in cerca di visibilità; Dipasquale prenda esempio da Prodi che preferisce sacrificare il consenso politico e la sua popolarità, pur di dare un futuro certo al nostro paese. Un esempio è proprio l'abolizione dei consigli di circoscrizione nelle città sotto i 100.000 abitanti che vuol dire ridurre posti di sottogoverno e di conseguenza ridurre i costi della politica .
(Ilardo) Questo dimostra che l'amministrazione e la maggioranza hanno interpretato alla perfezione il sentimento comune di tutti i cittadini anticipando di gran lunga una decisione che era nelle cose.
Purtroppo la finanziaria deve essere recepita dalla regione siciliana, conoscendo i tempi dell'assemblea non sarà così veloce. Ma ovviamente questo non frena il dibattito che è scaturito da questo provvedimento. Sicuramente siamo pronti a discutere di ulteriori forme di decentramento che sono indispensabili per la dislocazione geografica di alcuni quartieri di Ragusa.
(La Porta) A questo punto il dibattito sulle circoscrizioni rischia di apparire anacronistico e andrebbe, invece, spostato sull'opportunità di garantire una partecipazione decentrata in città. In Italia le formule adoperate dai comuni sono diverse: si va dalle consulte ai comitati di quartiere istituiti su base volontaristica. Su questo aspetto va posto un dibattito serio, un confronto sereno tra le forze politiche e un coinvolgimento della città. Questa Amministrazione, nonostante diverse sollecitazioni da parte del Consiglio Comunale, non ha mai voluto affrontare in maniera seria il problema del decentramento. Ci sono due aspetti della questione. Uno è quello politico legato alle circoscrizioni, che viene superato dalla normativa. L'altro è legato al decentramento delle funzioni amministrative che va mantenuto, sostenuto e incrementato per far uscire dalla marginalità geografica alcune parti del nostro territorio.
Ma per far ciò non è necessario istituire un organismo politico, quale il consiglio di circoscrizione, è sufficiente una buon ufficio comunale decentrato.
(Fidone) Sono proprio dell'idea che si debba pensare alle funzioni amministrative da assegnare in modo più ampio alle circoscrizioni che restano.
Quanto alla scelta fatta dalla finanziaria nazionale non credo che chiuda immediatamente il dibattito perchè tale scelta dovrà prima essere valutata dalla Regione che, come tutti sanno, in Sicilia ha uno statuto autonomo e dunque deve prima recepire la norma nazionale. Vedremo se e come sarà recepita, in ogni caso il Comune di Ragusa ha fatto dei passi in avanti, prevedendo intanto la chiusura di tre dei sei quartieri oggi esistenti.
Aggiungi questo link su: