Ragusa Sottosopra
n.5 del 24/10/2008
Vallata Santa Domenica - Orti socali
salvatore Leggio, ingegnere
Tredici appezzamenti di terreno situati nella vallata S. Domenica stanno per essere assegnati per evitare l'abbandono. Anche della memoria.
Tutto ebbe inizio dall’idea di “far rivivere” appezzamenti di terreno lungo la vallata Santa Domenica, un tempo fonte di sostentamento per coloro che li coltivavano; ma chi avrebbe dovuto disboscare quei terreni di proprietà comunale, invasi dagli sterpi e dai rovi? Non certo l'ente pubblico proprietario dei beni, impegnato in ben altre opere per la rivitalizzazione del centro storico come il restauro dei monumenti, la ripavimentazione delle piazze, il consolidamento dei costoni. Ed allora si aguzza l’ingegno e si cerca di pigliare due piccioni con una fava: affidare tali appezzamenti a cittadini volenterosi che li possano coltivare, fruendo dei frutti della terra, e contemporaneamente riqualificare quei terreni posti proprio all'ingresso sud di Ibla a due passi dal portale di San Giorgio Vecchio. Se poi questi cittadini volenterosi sono anziani del luogo o associazioni che hanno finalità sociali e culturali o famiglie bisognose, allora si è raggiunto anche l'obiettivo dell'aspetto socializzante dell'iniziativa. Nasce così sotto l'amministrazione del Sindaco Chessari (anno 1996) un progetto redatto dall'arch. Carmelo Tumino che prevedeva la sistemazione di una vasta area di proprietà comunale in prossimità della chiesa del S.S. Trovato, espropriata per la realizzazione della strada Panoramica, dove vengono ricavati 13 appezzamenti di terreno, di superficie variabile da mq 40 a mq 60, suddivisi su tre terrazzamenti dotati ognuno di un punto acqua e delimitati dai tradizionali muretti a secco, vere e proprie opere d'arte insieme alle tipiche scalette ricavate nei muri di contenimento dei terrazzamenti. Completano il progetto un deposito attrezzi con servizio igienico, una grande cisterna idrica per l'accumulo dell'acqua necessaria all'irrigazione ed uno spazio antistante l'ingresso al deposito attrezzi inteso come luogo di ritrovo dei fruitori degli orti, coperto con una tettoia in legno (oggi purtroppo non più esistente). Le opere vengono realizzate nel 1997 e gli orti sociali vengono assegnati a partire dal 1999 sotto la sindacatura dell'avv. Domenico Arezzo (assessore alla sviluppo economico il nostro attuale sindaco Nello Dipasquale) sulla scorta di graduatorie redatte in base ai criteri previsti in un apposito regolamento approvato con determinazione sindacale n. 78 del 17 aprile 1998. I criteri individuano categorie di cittadini da privilegiare, quali portatori di handicap, associazioni con finalità sociali e culturali, ex proprietari dei suoli, famiglie bisognose, pensionati con i quali verrà sottoscritta una convenzione della durata di un anno e dietro versamento di un “canone simbolico” di circa 50 euro. Il regolamento, anche e soprattutto per il corretto uso degli orti, impone il rispetto di alcune regole come, ad esempio, la coltivazione in proprio dell'orto, la salvaguardia delle parti comuni (deposito, percorsi pedonali, muretti ecc.), il divieto di fare commercio dei prodotti coltivati e di alterare i luoghi. Tra il 1998 ed il 2000 gli orti sociali sono stati quasi tutti assegnati e fruiti dai possessori, in gran parte pensionati di Ibla; dopo questa prima fase alcuni assegnatari, soprattutto per motivi di salute, hanno dovuto rinunziare e così il loro numero è andato via via assottigliandosi. Non per questo gli orti hanno perso di funzionalità anche perché, ed è appena il caso di sottolinearlo, uno dei fruitori originari, il sig. Vincenzo Castilletti ha curato, oltre il proprio orto, anche la piccola manutenzione di tutto il sito scongiurandone la totale distruzione.
L'amministrazione Dipasquale ha subito mostrato verso tale tematica fermo interesse, decidendo di riportare gli “orti sociali” alla piena fruibilità. Riprendendo il percorso in parte interrotto qualche anno fa, il sindaco ha dato mandato, dopo una ricognizione dello stato di fatto, di attivare le procedure per assegnare i lotti non fruiti, ribadendo la volontà di riassegnare gli orti sociali della vallata Santa Domenica. L’iniziativa costituisce un ulteriore strumento per la rivitalizzazione del centro storico ed è indirizzata al raggiungimento di svariati obiettivi che vanno dagli aspetti urbanistici e di decoro urbano (mediante, appunto, la riqualificazione di aree della vallata che altrimenti rimarrebbero incolte e deturpanti) agli aspetti sociali.
Il coinvolgimento di associazioni, pensionati, semplici cittadini in attività ricreative e di impiego del tempo libero ha un ruolo fondamentale nei processi culturali, di socializzazione e di miglioramento della qualità della vita. La soddisfazione di “produrre in proprio dalla terra” si accompagna anche al piacere di riappropriarsi di tradizioni tipiche delle vita rurale appartenute alle passate generazioni mediante la coltivazione dei terrazzamenti ed il mantenimento dei muretti a secco, delle scalette in pietra calcarea da tramandare alle future generazioni.
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