Ragusa Sottosopra
n.5 del 24/10/2008
Gli Affreschi della Chiesa di San Francesco all'Immacolata
sebastiano Patanè, Esperto nella Conservazione di Dipinti Murali
Nell'ambito dei lavori di recupero e conservazione del monumento, curati dalla sezione provinciale del Dipartimento della Protezione Civile, sono venuti alla luce interessanti dipinti murali probabilmente risalenti al Seicento
Nella suggestiva commistione di stili che troviamo all'interno delle nostre splendide chiese, quella di San Francesco all'Immacolata sembra incarnare più di altre questa essenza per il suo impianto medievale che man mano si modifica nel rinascimento, per il fatto che venne ricostruita dopo il terremoto del 1542 arricchendosi di influssi manieristici e moderni e perchè fu tra le poche chiese a rimanere in piedi dopo il devastante terremoto del 1693. Giunge ai nostri giorni con la sua veste poco appariscente ma tanto preziosa.
L’apparato figurativo al suo interno si caratterizza per le interessanti pitture murali delle navate laterali del XVII, in fondo alla navata di sinistra la raffinata cappella voluta dalla famiglia Arezzo Trefiletti in stucchi e finti marmi, opera di maestranze locali di splendido gusto francese - sec XVIII, e poi, alzando lo sguardo sopra l’altare centrale, quattro Evangelisti dipinti ai quattro angoli della volta e sulla chiave della cupola la figura del medaglione centrale del Padre Eterno.
L'intervento di restauro iniziato a giugno 2008, su progetto dell'arch. Luigi Carnemolla, ha per oggetto la messa in sicurezza ed il recupero degli affreschi e della volta. La parte centrale del transetto è costituito da una volta a crociera sormontata da una cupola. I dipinti sono localizzati nel medaglione centrale e nei quattro pennacchi della volta.
Ad una prima analisi visiva sono evidenti le lesioni diffuse a raggiera su tutta la cupola che si intersecano nella figura centrale del Padre Eterno. Le profonde fratturazioni dell'intonaco hanno generato delle isole di distacco localizzate principalmente nella sommità della cupola ponendo con urgenza il problema della messa in sicurezza dell'opera.
Lesioni strutturali, fenditure verticali, distaccamenti e lacune interessano anche le figure degli Evangelisti.
Si è cominciato ad operare proprio sui pennacchi con i quattro Evangelisti effettuando una serie di consolidamenti (iniettando nelle fenditure esistenti ed in fori creati appositamente soluzioni di resina acrilica in emulsione e specifiche malte ultraleggiere) che hanno permesso un ottimo ripristino della stabilità del supporto.
Parallelamente per rinforzare la stabilità del supporto murario e recuperare l'unitarietà stilistica delle raffigurazioni sono state rimosse le stuccature non più idonee risalenti ad interventi precedenti; si è così messa in luce l'integrità dell’opera, completando l'operazione con una serie di saggi di pulitura che hanno liberato la superficie pittorica dalle diffuse ridipinture.
Quello che è parso ipotizzabile ad una prima analisi visiva ha avuto conferma: agli inizi del Novecento l'intera superficie del timpano aveva subito un'omo-genea “revisione estetica” finalizzata a uniformarne i toni rispetto al nuovo altare centrale; le figure degli Evangelisti e della teoria degli angeli sono state rispettate nei contorni, ma gli incarnati e le tinte delle vesti sono state ripassate grossolanamente con delle tempere che rispetto alla qualità materica originaria hanno appiattito i volumi e opacizzato le tinte cangianti e di pregevole qualità pittorica. La ridipintura ha interessato in modo più impattante e modificato sostanzialmente la composizione originaria degli sfondi dei dipinti: nuvole turbinose in movimento, inserite in architetture dipinte di gusto seicentesco con finte modanature in varie tonalità di grigio, che legavano in cielo i quattro Evangelisti, sono state occultate da campiture omogenee in tinta finalizzate alla manutenzione estetica della cappella.
L'importanza di questi approfondimenti consiste nell'aver ritrovato particolari stilistici ma-nieristici che inducono a collocare la datazione di questi dipinti intorno alla prima metà del 600, in perfetta coerenza con la costruzione della cappella stessa. Questo consente di ripresentare, con il recupero delle pitture delle finiture architettoniche e cromatiche della cappella, uno spaccato della storia dell'Arte locale unico nel suo genere.
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