Castello di Donnafugata
Gli interni del castello ai tempi di Corrado Arezzo
Basti sfogliare i quotidiani dell'epoca o i cataloghi delle Esposizioni, di cui Corrado era peraltro appassionato collezionista (in una lettera prega accoratamente la nipote Clementina perchè non dimentichi di portargli il catalogo dell'Esposizione di Parigi), per ritrovare puntualmente le "curiosità" che arricchiscono le sale di Donnafugata. Composizioni di fiori o animali imbalsamati sotto campane di vetro, lampade a petrolio, copie in gesso di sculture classiche, ceramiche "archeologiche", ampolle e teche di vetro, armature e strumenti musicali li ritroviamo affastellarsi nei padiglioni delle esposizioni di arti decorative e di artigianato del tempo.
Lo stile
prevalentemente negli arredi di Donnafugata è il Luigi Filippo che mirava a combinare stili del passato a moderne
fatture, in una mescolanza di autentico e falso, di comodità e ostentazione che in genere contribuì a creare ambienti
caratterizzati da sovrabbondanza, artificio ed esotismo.
Nel nostro caso ognuno di questi caratteri si trova a connotare gli ambienti in base alle diverse destinazioni d'uso.
Così, ad esempio, nel Salone degli Specchi, estremamente rappresentativo, troviamo un trionfo di ori e lacche chiare
di gusto neoclassico; nell'Appartamento del Vescovo prevalgono i mobili Boulle, preziosi e sontuosi; nel salone dei
Fumatori si apprezza l'inserimento di mobili e oggetti pertinenti all'uso e di gusto vagamente orientale; nella Sala
del Bigliardo, infine, ambiente che incarnava l'otium e l'evasione, trionfa l'esotismo nell'apparato
decorativo delle pareti che illude il visitatore di trovarsi in un elegante padiglione da sceicco i cui preziosi drappi
svolazzano contro il cielo e, sollevandosi lateralmente, lasciano ammirare scorci di città immaginarie, vagheggiamenti
letterari.
Per motivi di opportunità non sono state riportate per intero in questa sede le descrizioni dei documenti, peraltro molto dettagliate. Ma sarebbe interessante avvalersene per rintracciare tra gli arredi superstiti oltre ai mobili originali anche l'oggettistica per ricollocarli nella loro originaria posizione nelle stanze, ricreandone l'ambientazione ora elegante, ora intima, ora da caotico bazar. Senza dimenticare che probabilmente molti dei materiali e dei tessuti vistosamente impegnativi arrivati sino a noi sono frutto di scelte e interventi successivi alla morte di Corrado.
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Tutto il materiale è tratto dal testo "Donnafugata il castello" edito da: Filippo Angelica Editore
I testi sono a cura di: Carmelo Arezzo, Gaetano Cosentini, Milena Gentile, Biagio Guccione, Giacometto Nicastro
Le schede Botaniche sono di: Tiziana Turco Le Foto di: Giuseppe Leone
Si ringraziano l'editore e gli autori per la gentile concessione
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