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Opinioni a confronto
Legge Regionale 61/81
Tra rimodulazioni, residui e soldi stanziati (che arrivano a fatica) si cerca di tenere in vita uno strumento prezioso che da oltre 30 anni ha permesso al centro storico di Ragusa di trasformarsi. Incontriamo i consiglieri comunali Salvatore Martorana (Italia dei Valori) e Titì La Rosa (Popolari di Italia Domani) per affrontare alcune tematiche recentemente discusse in consiglio comunaleLo  scorso 3 maggio il consiglio comunale ha approvato la rimodulazione del Piano di Spesa 2011 con il voto contrario di 
				   Italia dei Valori e “Movimento Città”. Alcuni  interventi sono stati modificati, altri sostituiti. Su quali scelte c’è  stata una   				convergenza di  opinioni e cosa ha convinto meno?
       
Martorana - Intanto va fatta una precisazione, che è anche una curiosità . E' la prima volta che un piano di spesa   				viene riportato in consiglio comunale per una rimodulazione, dopo che era stato già approvato. Questo fatto merita una 
							riflessione, perchè a parer mio è un netto sintomo di malessere che rivela una  incapacità di spesa e di programmazione di questa   				amministrazione. Il giudizio complessivo di Italia dei Valori sulla delibera è stato negativo anche se qualcuno degli interventi 
		   		rimodulati  è sensato e va nella direzione indicata da sempre da IDV: lo sviluppo economico del centro storico attraverso l' 
				   appostazione di sempre maggiori contributi per consentire ai residenti di rifarsi le facciate e gli interni delle proprie case. 
							Vanno apprezzati anche gli aumenti di somme destinate agli interventi per il rifacimento delle chiese a condizione che le stesse 
				   vengano aperte al pubblico. Assolutamente contrario è il nostro giudizio sul prelievo di somme dal piano di spesa 
							per il pagamento di un debito fuori bilancio. Premesso che sino ad oggi operazioni così spericolate, al limite della legittimità, 						non erano state mai proposte al consiglio, riteniamo grave quello che è accaduto perchè dimostra la cattiva fede 
							dell'amministrazione nel programmare e nello spendere i  soldi che ci vengono dati dalla Regione, in quanto sono stati 
							accantonati  milioni di euro per un' opera mastodontica come la circonvallazione della vallata S.Leonardo sapendo di non poterla realizzare, 
							creando quindi di fatto un tesoretto da utilizzare poi per le emergenze economiche, quali il pagamento di debiti fuori bilancio. 						Ed è ancor più grave se si pensa che in un momento di crisi per il settore edilizio non mettere in circolazione tre milioni di 
							euro per realizzare altri interventi è delittuoso e costituisce anche un assist a quelle forze che a Palermo remano contro la 
							sopravvivenza della legge stessa, portandoli a sostenere che se non riusciamo a spendere neanche le somme già ricevute, perchè ne       dovremmo avere altre(che fanno gola a tanti altri comuni con presenza di monumenti storici).
				
La Rosa - Penso che le scelte che sono state più condivise riguardano la cosiddetta edilizia abitativa del nostro centro storico; a tale scopo l’amministrazione ha notevolmente impinguato lo voce riguardante le somme che saranno erogate a tutti coloro i quali ne hanno fatto richiesta con l’apposito bando dell’anno scorso, di cui è in corso di definizione la relativa graduatoria. Opere in particolare sulle quali l’opposizione abbia concentrato la propria attenzione non ce ne sono, se non nelle considerazioni di carattere politico sulle quali legittimamente le due coalizioni presenti in consiglio comunale esprimono il voto. E rimanendo ciascuna delle due “parti” politiche nei propri ruoli, la maggioranza propone e governa la Città, l’opposizione viceversa inserisce elementi di “disturbo” con emendamenti e proposte qualche volta condivisibili e molte volte al limite del demagogico.
La Regione siciliana ha stanziato per il 2012  quattro milioni di euro  per finanziare la legge 61/81. La somma è   
				   riferita ad una sola annualità  ed è inferiore di 750.000 euro rispetto a quella concessa per il 2011,  quest’ultima trasferita 
							materialmente nelle casse dell’ente con parecchio ritardo. Come possono leggersi questi  segnali che generano sempre più 
							incertezza  sul destino della legge?  
       
Martorana – In  merito alla sopravvivenza della legge su Ibla i segnali che vengono da Palermo non sono sicuramente       rassicuranti. La decurtazione delle somme subita per il 2012 ed il ritardo per l'accreditamento delle somme del 2011 fanno       capire che siamo arrivati al capolinea. Bisogna capire che cosa sta accadendo e di chi sono le responsabilità. La conferenza dei 						capigruppo si è occupata del problema, convocando ed ascoltando i deputati regionali e l’on. Chessari, padre della legge 61/81,       con l'assistenza del segretario generale, e si è arrivati alla conclusione che il problema e' meramente politico. La legge   
							61/81 infatti non ha una scadenza ed i finanziamenti non mancano. Prova  ne è che anche quest'anno, anche se ridotti, i 
							finanziamenti sono stati accordati. Quello che poi e' stato negato a Ragusa e' stato assegnato ad altre città, che non possiedono 						affatto i monumenti patrimonio dell'Unesco che possiede Ragusa. Il problema è prettamente politico o, meglio, di 
       rappresentanza politica e di peso specifico di chi ci rappresenta a Palermo. E’ importante sottolineare che a Ragusa nessuno deve 						regalare niente, perché la peculiarità artistica e monumentale di Ibla non ha pari in Sicilia. Questa       specificità  ci viene riconosciuta da tutto il mondo e quindi si spiega perchè fino a qualche anno fa nessuno ha messo in       discussione il finanziamento. Io ritengo, in conclusione, che il problema è addebitabile a due fattori: l'allontanamento del       sindaco dai grossi partiti che governano a Palermo e, peggio ancora,  la contrapposizione del sindaco con Lombardo, che ha portato       ad un isolamento politico di Ragusa. A conferma di questa tesi basta vedere gli altri finanziamenti persi  per l'Università e per       la Scuola dello Sport. L' altro fattore è l’assenza a Palazzo d'Orleans di deputati ragusani. I deputati iblei provenienti da       Comiso, Ispica, Modica, Pozzallo e Scicli, dovendo “rispondere” anche al loro elettorato, cercano di smarcarsi da Ragusa        
							proponendo, ad esempio, di  canalizzare parte del finanziamento della legge su Ibla anche nei loro comuni di riferimento. 
				
La Rosa - Non c’è dubbio sul fatto che già da tempo è partita “l’offensiva” da parte dei governi regionali e da       parte di tutti i 90  deputati regionali presenti all’ARS i quali,  nel ricercare risorse per i territori e le province di        competenza e di provenienza e dovendo registrare ogni anno sempre più difficoltà nella chiusura del bilancio regionale, cercano 
				   indiscriminatamente di “ritagliare” risorse da quelle parti di territorio ove la “guardia” (da parte dei deputati di 
							riferimento) risulta poco attenta o addirittura assente. Purtroppo Ragusa paga il caro prezzo di non avere un deputato ragusano; 
							a riprova di quanto detto, abbiamo subìto fino a circa un mese fa la soverchieria del mancato trasferimento delle somme relative 
							all’annualità 2011 con il gravissimo danno di ritardare la realizzazione delle opere previste nel Piano di Spesa ed i pagamenti 
							alle imprese. 
       
Io penso che i tempi siano veramente maturi affinché la  città di Ragusa individui nelle prossime elezioni regionali una 
							“guardia” vera e propria degli interessi in generale del nostro territorio.
       La Legge 61/81 non può cessare di esistere e di essere finanziata proprio adesso, dopo che la città, grazie all’amministrazione       Dipasquale nella passata consiliatura, si è dotata del Piano Particolareggiato per la definitiva valorizzazione e 
							rivitalizzazione del nostro centro storico e di Ibla in particolare. Concludendo l’appello è ai ragusani, che siano attori di   
							scelte politiche all’altezza delle aspettative della nostra città e non delegare a deputati della provincia, che poco o nulla 
							importa delle sorti di Ragusa. 
				
Prossimamente approderà  in consiglio comunale il Piano di Spesa 2012. Non essendoci la certezza   che il finanziamento 
				   della legge 61/81 sia confermato per il 2013  su quali scelte prioritarie bisognerebbe impostare lo strumento di programmazione       annuale?    
       
Martorana - Per il 2012 ritengo che i quattro milioni di euro vengano spesi a favore dei cittadini, incentivando 
							le iniziative economiche, favorendo uno scorrimento veloce della graduatoria relativa alla manutenzione e ristrutturazione delle 
							abitazioni del centro storico. Una parte dovrebbe essere destinata a tutti quei commercianti che stanno subendo grossi danni 
							economici per la chiusura di via Roma e del Corso Italia, anche nel rispetto della percentuale del 20 per cento imposta dalla 
							legge. Penso pure che non dobbiamo perdere (forse) quest'ultima occasione per 
       cercare di acquistare quel piccolo gioiello di forma ottagonale appartenente ad un privato, ma anch'esso monumento patrimonio dell' 
							Unesco, che si chiama “Chiesa della Bambina”, nel rispetto anche di diversi ordini del giorno approvati in diversi periodi dal 
							consiglio comunale.
				
La Rosa - Ritengo che l’attenzione, proprio in funzione della incertezza di rifinanziamento per i prossimi anni, debba essere concentrata e riguardare principalmente il completamento delle opere già iniziate. Sono comunque alla valutazione degli uffici del Settore Centri Storici una serie di progetti preliminari per la realizzazione di opere e sulle quali successivamente l’amministrazione e la sua “maggioranza” faranno le proprie scelte.
La legge 61/81 per alcuni aspetti, alla luce del nuovo piano particolareggiato esecutivo e della mutata condizione 
				   socio-economica del centro storico, andrebbe rivista. Soprattutto appare superata la necessità di destinare l’80% dei fondi al 
							centro storico di Ibla ed il 20% al centro storico di Ragusa superiore. In molti pensano che avviare un processo di modifica 
							della legge sia rischioso. Qual' è la vostra opinione?     
       
Martorana – L’argomento delle percentuali previste dalla legge, e cioè il 20 per cento nel centro storico di Ragusa       superiore (per capire fino a via Mario Leggio, incluso il quartiere dei Cappuccini, escluso però tutto il Corso Italia superiore e       tutta la parte sopra via Mario Leggio) e l’80 per cento ad Ibla è un problema che da anni il sottoscritto in consiglio comunale       ha sollevato vedendo da un lato la chiusura continua di decine di negozi del Corso Italia, e dall'altra parte i 
							finanziamenti per le incentivazione economiche che da qualche anno non venivano spesi e neanche richiesti. Di fatto la legge ha  
							raggiunto il suo scopo, in quanto Ibla  è risorta grazie allo spuntare di tutte quelle attività commerciali che  hanno ricevuto 
							il finanziamento, in parte a fondo perduto, a tal punto da saturare ormai la richiesta di altre attività ad  Ibla. A Ragusa       superiore il solo 20 per cento non è bastato e non poteva bastare a far aprire altre attività commerciali a tal punto da favorire       lo spopolamento del centro storico. Si impone quindi, ed urgentemente, una rivisitazione della norma. Basta equilibrare le percentuali. I margini esistono, anche perchè  il piano particolareggiato del centro storico ha  determinato la  nuova 
							perimetrazione del centro storico che si estende fino alla via Cagini, sopra la chiesa dei Salesiani. Lo spauracchio che in aula 
							questa possibilità possa invece tramutarsi in una cancellazione della legge è figlio, purtroppo, della mancanza di influenza a 
							livello palermitano dei politici che ci  rappresentano.  Lo scontro del nostro sindaco con il governatore e con i  partiti 
							tradizionali da cui proviene ha sicuramente indebolito la posizione della nostra Ragusa, non più debitamente considerata come 
							una volta a Palermo ed anche a Roma. Invece di favorire lo sviluppo per il bene di tutti i ragusani, questa posizione di scontro 
							con tutti e contro tutti sta causando danni alla nostra economia.
				
La Rosa -  Mi viene un po’ complicato rispondere a questa domanda per via del fatto che è risaputa la mia 
				   appartenenza e provenienza  (sono di Ragusa Ibla), quindi mi limito a fare una considerazione che spero sia la più obiettiva 
							possibile. La legge 61/81 esiste solo e perché esiste IBLA, se non ci fosse stata IBLA nessuno mai si sarebbe cimentato nello 
							sforzo di prevedere una legge speciale per Ragusa, per cui non esisterebbe nessun beneficio economico per la nostra città. 
       Ragusa superiore, seppur in percentuale inferiore (20%), ha comunque beneficiato dei proventi della legge 61/81 e con queste 
							somme si sono potuti realizzare  progetti e lavori importanti (Teatro  Concordia, via Roma, Palazzo Garofalo, la Cattedrale di 
							San Giovanni, Palazzo comunale, Ponte Vecchio, incentivazioni economiche,  edilizia privata, ecc. ecc.).
       La necessità di destinare altre somme a Ibla non è affatto superata, è vero, tanto si è fatto, ma rimane tantissimo ancora da 
							fare, perché Ibla possa essere all’altezza della forte richiesta turistica a cui negli ultimi tempi è sempre più fortemente 
							soggetta.
       
Per onore della verità mi corre l’obbligo di dire che anche Ragusa superiore andrebbe “aiutata” e rivitalizzata, poiché 
							rispetto all’aprile 1981, epoca di approvazione della Legge 61/81, le condizioni di degrado e spopolamento sono sensibilmente 
							aumentate. Concordo, comunque, che avviare un processo di modifica della legge senza rappresentanti ragusani sia sicuramente 
							dannoso; aspettano proprio questo per poterci “rubare” definitivamente la legge 61/81. 
       Rivisitare oggi la legge  “aprirebbe” i benefici economici anche ad altri comuni, come fortemente richiesto da alcuni deputati 
							della nostra provincia, lasciando a Ragusa le briciole e sicuramente a Ragusa superiore molto meno di quello che oggi corrisponde 						a quel 20%.  
				
Intervista a cura di: Faustina Morgante
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