Ragusa Sottosopra - Anno XII - N° 3
Beni mobili
L'organo maximum della Chiesa Madre di S. Giorgio
Le vicende degli organi costruiti dalla ditta Serassi a Ragusa nella seconda metà dell’OttocentoAll’inizio del 1900, il movimento Ceciliano, bigotto e poco lungimirante, il quale sosteneva che l’organo nelle chiese doveva essere solo liturgico, causò interventi di manomissione che hanno snaturato profondamente numerosi capolavori. Ragusa, per fortuna, lontana da queste cosiddette “correnti di pensiero” uscì indenne da questa sciagurata mania di trasformazione, anzi, negli anni ’60 si mosse in direzione opposta, ingrandendo l’organo di San Giovanni senza togliere o trasformare i
registri-orchestra!
La ditta Serassi fabbricò in Sicilia parecchi strumenti di cui alcuni non esistono più. Durante la prima guerra mondiale sono andati completamente distrutti i due organi che erano a Palermo: quello di Sant’Ignazio all’Olivella, che è stato
sostituito in epoca recente da uno strumento costruito dai Fratelli Ruffatti di Padova, e quello di Casa Professa dei Gesuiti che è stato sostituito nel 1954 con uno strumento a quattro tastiere e 4.000 canne dalla Ditta Tamburini di Crema.
Dell’organo Serassi della Basilica Collegiata di Maria SS. dell’Elemosina di Biancavilla (CT), costruito da G. Giudici nel 1863 con materiali originali forniti dalla ditta, non esiste praticamente nulla per le trasformazioni subite all’inizio del XX secolo (per colpa del movimento ceciliano) e per quella radicale dei Ruffatti; di questo organo esiste però una parte del materiale cartaceo del progetto Serassi conservato nell’archivio della basilica.
Due altri organi si trovano in provincia di Catania: uno con due manuali nella chiesa dei Padri Minoriti a Catania posto dietro l’altare maggiore con una imponente cantoria, restaurato di recente, e l’altro a Santa Maria Assunta Chiesa Madre di Adrano, fabbricato nel 1864, non funzionante. Gli altri strumenti si trovano a Ragusa e a Chiaramonte Gulfi.
Nel 1883 la chiesa di San Filippo di Agira a Chiaramonte acquistò lo strumento che quest’anno è stato restaurato e
riportato alla primitiva bellezza.
A Ragusa i Serassi nel 1857 costruirono contemporaneamente due strumenti: uno nella chiesa dell’Ecce Homo (n.643), che fortunatamente non ha subito manomissioni e quindi ci è pervenuto intatto. E’ stato restaurato nel 2001 dalla Ditta Antonio Bovelacci. L’altro, con il n. 641, è quello della Cattedrale di San Giovanni Battista costruito nel 1857 e completato nel 1858. E’costituito da due manuali e pedaliera e diviso in grand’organo, organo positivo ed organo pedale; ed era indubbiamente il più grande strumento non solo di Ragusa ma di tutta la contea di Modica.
La cassa artistica che contiene lo strumento è una delle più belle, sicuramente la più elegante, di quelle costruite dalla ditta in tutta Italia; la sua doratura fu eseguita dal maestro ragusano Michele Leone. Lo strumento fu inaugurato nell’agosto del 1858 in occasione della festa di San Giovanni dal maestro palermitano Bernardo Geraci tra l’entusiasmo generale dei sangiovannari che con questo strumento sopravanzavano quello di San Giorgio, con un solo manuale.
Attorno all’organo si mobilitò un gruppetto di organisti (don Francesco Terranova 1° organista, don Mario e don Giuseppe
Distefano) e una schiera di tiramantici che fecero lievitare a dismisura la spesa per il suo utilizzo, come si vede dal libro d’esito di quell’anno. Per suggerimento dello stesso Serassi, la chiesa allora assunse un organista titolare, il prof. Federico Marzanni, a tre tarì al giorno, oltre l’alloggio.
Ma l’organo aveva dei difetti, non era perfetto nella meccanica né completo nei registri, come riconosciuto dagli stessi
costruttori. Dopo lunghe trattative con gli amministratori della chiesa l’opera fu conclusa con l’aggiunta dell’organo eco; lo strumento per la purezza del suono e la magnificenza del ripieno divenne uno dei migliori e più grandi della Sicilia.
L’organo rimase sotto l’ultima arcata della navata destra sino al 1964, quando la ditta Tamburini lo inserì al posto
dell’ultimo altare della stessa navata separandolo dal magnifico e imponente mobile ottocentesco, confinato sulla porta
maggiore a far da cornice a miserabili canne finte di facciata, imperdonabile offesa alla dignità e alla cultura di un’intera città.
I Tamburini trasformarono il sistema di trasmissione da meccanico a elettrico, aggiungendo un terzo manuale e sistemando la consolle al posto dell’organo nell’intercolumnio che ospitava lo strumento antico.
Fortunatamente l’aggiunta del recitativo dei Tamburini non ha modificato alcunché delle parti originali dello strumento. Le vecchie tastiere e la trasmissione meccanica sono state mantenute e tutte le aggiunte e le modifiche sono state eseguite con l’intento di garantire la massima reversibilità.
Con la costruzione dell’organo Serassi nella Chiesa di San Giovanni Battista, i Sangiorgiari accusano il colpo e cercano di pareggiare la situazione, che si è invertita a favore dei Sangiovannari. Essendo scomparsi gli Andronico, costruttori del loro organo, nel 1861 chiamano l’acese Platania Rocca, gli fanno ampliare la tastiera e aggiungere un nuovo registro con il cambio del somiere principale; ma nonostante queste modifiche lo strumento non è confrontabile con quello di San Giovanni. Nel frattempo intervengono le leggi eversive e le rendite delle chiese cessano del tutto o si riducono a poca cosa. A complicare la situazione interviene nel 1865 la separazione amministrativa dell’abitato con la creazione del Comune di Ragusa Superiore. Il popolino commenta mestamente l’avvenimento “si purtarru i riggistri, si purtarru i maistri”, in considerazione che oltre ai registri comunali, si portarono anche il maestro De Falco, direttore della banda musicale. Per circa 20 anni il Capitolo della Chiesa Madre tace. Poi, all’improvviso, nel 1879 la mossa a sorpresa: non si fa l’ingrandimento dell’organo di Andronico, ma uno strumento nuovo, grandioso, il più importante realizzato dai Serassi, più grande di quello di Serravalle Scrivia, costruito nel 1834 nella Chiesa Collegiata dei Santi Martino e Stefano con 69 registri e tre tastiere, e di quello della Basilica di San Lorenzo a Firenze del 1864-1865 con 64 registri e tre tastiere, voluto dal governo italiano. Vittorio Emanuele a seguito della costruzione di questo strumento concesse a Giacomo Serassi di fregiare con lo stemma regio l’insegna dello stabilimento e la carta da lettere. Nelle carte che sono pubblicate c’è infatti lo stemma del re e il logo della ditta. Dei circa 800 strumenti realizzati dai Serassi solo questi tre hanno tre tastiere e quello di San Giorgio, con i suoi 90 registri, li sopravanza tutti quanti!
I Serassi devono costruire per San Giorgio un organo a tre tastiere e contemporaneamente trasportare l’organo di Giacomo Andronico nella chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, sacramentale della Matrice, e ampliarlo inserendovi l’organo eco e un’altra tastiera. Nel n. 2 del 2011 di questa rivista ho narrato le vicende dell’organo di Andronico che ora concludo con la storia della definitiva sistemazione. L’8 febbraio 1880 Ferdinando Serassi invia il progetto dell’organo eco per il Purgatorio (documento n.1). Saranno aggiunte 244 nuove canne, un’altra tastiera, saranno uniti i due organi che potranno suonare contemporaneamente e sarà rivista l’intera meccanica. Il prezzo concordato è limitatissimo, 600 lire, “senza alcuna diminuzione, avuto riguardo allo stato finanziario della Chiesa”. Il primo atto compiuto è stato il trasferimento dell’organo di Andronico. Troviamo infatti la data “Purgatorio Ragusa 1880” in un condotto dell’aria. Per sistemarlo, data la dimensione delle canne da 16 piedi (1 piede = 33 cm.) sono state segate le colonne e i capitelli del terzo intercolunnio della navata sinistra, è stata incisa la data in lettere romane (MDCCCLXXXI) ed è stato abbassato il pavimento di 2 metri per ospitare i mantici e le condotte d’aria principali. Alla cantoria si è dato accesso dall’esterno con una scala in muratura, essendo le 1.400 canne sistemate in uno spazio molto ristretto. Dato il posizionamento delle canne sui somieri, nei lati della cassa, sono state aperte ben tre porte per consentire la manutenzione dei mantici e delle canne senza smontare mezzo organo (le 3 porte sono tuttora agibili). Il 15 marzo 1882 il maestro Vincenzo Petrali vi effettua il collaudo (documento n. 2) controllando tutti i materiali, anche quelli di nuova aggiunta. Poi commenta nella perizia: “è tanto diligentato nella perfetta riduzione delle parti conservate, per modo che risulta come organo nuovo interamente e d’un solo getto”. Conclude con un encomio: “ il sottoscritto pronuncia senza esitanza la più ampia collaudazione del suddetto organo a meritata lode della Ditta che ha compiuto un’opera degna del suo nome, e d’altronde per un prezzo veramente di cortesia”.
Nello stesso anno 1880, il 12 maggio, viene fatta una contrattazione privata tra il Capitolo e Ferdinando Serassi dal quale viene stilato il “Piano d’organo Ditta Serassi Bergamo Chiesa Madre di Ragusa”, che riporto integralmente (documento n. 3). Contemporaneamente fu fatto il dettaglio con le specifiche (documento n. 4). Il costo dell’opera è di £. 60.000; a questa spesa così rilevante per l’epoca concorsero, oltre alla chiesa, tutte le Opere che vi avevano sede e i privati cittadini. Il cartiglio apposto sulla tastiera non rispecchia quindi la realtà: tutti i materiali e il piano di costruzione sono dei Serassi. Casimiro Allieri è stato semplicemente il capo cantiere che lo ha montato, sia pure con grande maestria e precisione rispettando tutti i canoni costruttivi della Ditta. L’organo è posto nel quinto intercolunnio della navata sinistra, addossato per un lato corto al grande pilastro della cupola. La cassa è alta 12 metri, larga 5,50 e profonda 4,80 metri.
Autore: Dott.Andrea Ottaviano
Nel prossimo numero sarà pubblicata l'ultima parte dell'articolo
Catania - Chiesa S.Michele ai Minoriti
Adrano - Chiesa Madre
Chiaramonte - Chiesa S.Filippo
Ragusa - Chiesa Ecce Homo
Ragusa - Cattedrale S.Giovanni
Firenze - Chiesa S.Lorenzo
Ragusa Ibla - Chiesa Anime Sante del Purgatorio (condotto d'aria)
Ragusa Ibla - Chiesa Anime Sante del Purgatorio (capitello tagliato)
Ragusa Ibla - Duomo S.Giorgio (cartiglio organo)
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