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Ragusa Sottosopra - Anno XII - N° 3

Ricorrenze

Il centenario della nascita di Carmelo Cappello

Una cerimonia commemorativa e l’inaugurazione della nuova sede della Raccolta Civica Carmelo Cappello per il centenario della nascita del maestro ragusano

La “Civica raccolta Carmelo Cappello” (15 sculture e 20 opere grafiche) ha finalmente una sede definitiva. Lo scorso 21 maggio, nel corso della cerimonia di commemorazione del centenario della nascita dell’artista ragusano che si è svolta presso l’aula consiliare, si è inaugurato anche lo spazio museale allestito presso il piano nobile di palazzo Zacco. Un pubblico attento e numeroso ha ascoltato il saluto del sindaco di Ragusa Nello Dipasquale, del presidente del Centro Studi Feliciano Rossitto Giorgio Chessari, del presidente del Centro Servizi Culturali Nino Cirnigliaro, del presidente della provincia regionale Franco Antoci, dell’assessore comunale alla cultura Sonia Migliore e dello stesso ministro tunisino dell’agricoltura e della pesca Mohammed Ben Salem (a Ragusa per sottoscrivere un accordo di cooperazione con il comune di Ragusa), ospite dell’iniziativa insieme al Console tunisino Abderrahem Ben Mansour. Presenti i parenti dell’illustre maestro che nel 1994 ha donato alla propria città parte delle sue opere. “Una città non dimentica mai i suoi figli illustri”, ha esordito il primo cittadino, sottolineando l’importanza per la raccolta Cappello “di avere finalmente una sede museale permanente in uno dei palazzi barocchi più belli della città, dove presto sarà anche allocato il museo della ragusanità”. La raccolta Cappello fu in un primo tempo ospitata presso il palazzo comunale, poi in alcuni locali della zona industriale, successivamente nei bassi di palazzo Monisteri, a Ragusa Ibla.
Un volume che raccoglierà gli scritti critici su Carmelo Cappello sarà curato da Paolo Nifosì e da Giorgio Sparacino e pubblicato dal Centro Studi Feliciano Rossitto: è quanto preannunciato dal presidente Giorgio Chessari nel corso del suo intervento.

Carmelo Cappello nasce a Ragusa nel 1912 e muore a Milano nel 1996. Dopo aver frequentato la scuola d’arte di Comiso, nel 1929 è a Roma dove lavora nello studio di Ettore Colla, l’anno successivo si trasferisce a Milano, segue i corsi di Marino Marini all’Isia di Monza. E’ del 1938 la sua prima personale alla galleria Bragaglia di Roma. Prende parte a varie edizioni della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Roma e della Triennale di Milano. Nel 1977 aderisce all’esperienza della Cooperarte fondata da un gruppo di artisti tra cui Carla Accardi, Emilio Isgrò, Mimmo Rotella, Getulio Alviani.

A tracciare un profilo dell’opera di Cappello è stato lo storico dell’arte Paolo Nifosì che ha illustrato i temi più significativi dei quattro “periodi” della sua evoluzione artistica. Alla prima fase (primi anni ’30 fino al ’48) appartiene il tratto figurativo “antinarrativo e atemporale” a cui appartiene una delle sue opere più conosciute - “Il freddoloso” – autobiografica in quella posa raccolta e timorosa che “rappresenta il meridione”, la desolazione dell’intrinseca condizione di solitudine e di povertà che appartiene a quel contesto storico. Le opere di questa fase sono legate all’esperienza sviluppata con Marino Marini, opere in cui si coglie il senso dell’innocenza, “sporcata” da qualche sperimentalismo. Poi arriva la fascinazione per la scultura di Henry Moore che dura dal 1949 al 1953. Gli anni tra il 1953 e il 1959 sono quelli condizionati dal clima “informale” e da un certo spazialismo fontaniano. Nelle sue opere si determina una liberazione della forma nello spazio e l’orientamento della propria ricerca in direzione di soluzioni vicine a quelle dell'avanguardia russa. E’ a partire dagli anni ’60 che possiamo definire la quarta fase :“Nell’evoluzione del mio lavoro – dirà lo stesso Cappello in un’intervista – sono stati importanti Pevsner e Gabo, sono loro che mi hanno spinto fin qui, sollecitandomi nell’interesse allo spazio ed al movimento” con l’approdo all’astrazione dove è comunque espressa, come rimarcato dal prof. Nifosì, “una iconicità di ispirazione cosmica”. La materia scultorea è scomparsa, sostituita da metalli lucidi, da pieni e vuoti, forme luminose, campi di forze, linee curve, spirali, ellissi. Questa aspirazione verso l’alto e l’anelito alla solarità e alla mediterraneità, che sono sempre costantemente ravvisabili nella sua opera, stridono con la semplicità e la malinconica gentilezza dell’uomo Carmelo Cappello.

Autrice: Faustina Morgante

centenario c.cappello
La cerimonia commemorativa
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nifosì
Paolo Nifosì palazzo zacco
Palazzo Zacco
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Al taglio del nastro a destra il Sindaco Dipasquale, il Ministro tunisino Ben Salem e l'Ass.re Migliore
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L'opera "Il feddoloso"
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Carmelo Cappello (al centro) stringe la mano all'allora Sindaco di Ragusa Carmelo Pisana (anni '60)

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