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Ragusa Sottosopra - Anno XII - N° 4

Beni mobili

L'organo maximum della Chiesa Madre di S. Giorgio in Ragusa Ibla

I lavori di costruzione, il collaudo ed i suoi organisti
Ultima parte

I lavori di costruzione iniziarono nel maggio del 1880, subito dopo il trasporto dell’organo di Andronico al Purgatorio, e proseguirono sino al 1882: la ditta aveva quindi due cantieri attivi a Ragusa nello stesso periodo; questo dà l’idea di quanto i Serassi fossero in grado di produrre, sia pure alla fine della loro gloriosa vita.
Nello strumento vi sono tre manuali di 61 tasti ciascuno e 90 registri. Il grande organo è dotato di 2.241 canne, l’organo eco di 869 canne e l’ organo tergale di 270, per un totale di 3.386 canne: l’organo tergale è collocato all’interno della parte centrale della balaustra proprio dove vi è scritto “organum maximum”, il che rappresenta un’altra particolarità dell’organo, presente solo negli altri due strumenti a tre manuali, quello di San Lorenzo a Firenze e quello di Serravalle Scrivia nella basilica dei Santi Martino e Stefano.
Vi è pure la cosiddetta “ banda turca” con grancassa, sistro cinese, piatti di Smirne, campana, rollante a sei canne e “uccelletti”, a mio avviso, ancestrale retaggio di strumenti che nell’antichità pagana servivano a fare scongiuri, scacciare il malocchio, o come contorno musicale a divinazioni e pratiche magiche; nell’organo di San Giorgio servono per fragorose marce particolarmente gradite nelle feste patronali. Inoltre è stato ideato il “registro terremoto”: viene suonato durante una singolare cerimonia che si tiene nel pomeriggio dell’11 gennaio per ricordare il sisma del 1693; fu voluto in omaggio a questa strana funzione religiosa durante la quale il Capitolo e gli altri sacerdoti, raccolti in preghiera negli stalli lignei del presbiterio, si mettevano a scalpitare ritmicamente, battendo i tacchi tutti insieme, per rievocare il pauroso rombo della terra scossa dal terremoto.

I materiali, compresi i legni opportunamente stagionati, furono portati via mare e sbarcati a Pozzallo, dove la Ditta Serassi affittò un magazzino per stoccarli in attesa di trasportarli a Ragusa. La posizione dell’organo fu praticamente obbligata, non essendovi altre possibilità di sistemare l’enorme manticeria. La cassa, le scale interne e la cantoria furono completate nel febbraio del 1882, mentre la facciata con fregi e dorature fu completata nel 1886. Lo strumento fu inaugurato il 14 marzo 1882 dal maestro cremonese Antonio Vincenzo Petrali con un memorabile concerto.
Lo stesso giorno (documento n. 5) il Petrali rilascia un attestato relativo alla corrispondenza dello strumento ai capitoli contrattuali riguardanti la meccanica, il materiale fonico e la qualità dei suoni; rileva anche che la ditta ha aggiunto fuori contratto un ulteriore registro: contrabbassi secondi di 16 piedi al pedale con l’aggiunta di ulteriori 12 canne. “Il nuovo grandioso organo costruito dalla rinomata ditta Serassi, rappresentata dal Sig. Casimiro Allieri, è uno dei più completi e grandiosi che si costruiscono in giornata anche nelle più vaste Cattedrali…questo grandioso organo è così diligentato che nulla lascia a desiderare di meglio…e uno speciale encomio al Sig. Casimiro Allieri che seppe così ingegnosamente condurre con lunghi studi questa grandiosa opera”.
Tuttavia non tutto andò come doveva. Petrali, dopo il collaudo, pretese che fosse spostata la 3° tastiera: quella dell’organo tergale doveva essere collocata in basso. Ferdinando Serassi con lettera del 26 maggio 1882 (documento n.6) si impegna ad apportare la modifica senza aggravio di prezzo. A partire dalla data del collaudo partono i cinque anni di garanzia dello strumento, come previsto nel contratto.
La Chiesa non aveva la disponibilità dell’intera somma per cui furono pagati a Ferdinando Serassi tra il 1880 e il 1882 £ 50.000. Nel frattempo viene associato alla ditta il capofabbrica Casimiro Allieri, il quale, in data 26 maggio 1882 (documento n.7) rilascia al Parroco Vincenzo Castello e al Carmerlengo Giorgio Battaglia una ricevuta di 24.000 lire e vanta un ulteriore credito di 10.774; il 1° agosto gli danno altre 523 lire e la somma si riduce a 10.251 lire. Tutti e due, Serassi fabbricante e Allieri costruttore, cedono al negoziante di legnami bergamasco Rodolfo Pagani il credito di 10.251 £. che la Chiesa di San Giorgio doveva pagare a rate dal 1883 al 1886. In questo atto (documento n.8) del 1° settembre 1882 il notaio bergamasco Melchiorre Adolfo Campana precisa da chi è amministrato il beneficio della Chiesa Matrice: “Rev.mo Can. Giorgio Battaglia, Carmerlengo, sita tal Basilica in Ragusa Inferiore, circondario di Modica, Provincia di Noto e Diocesi di Siracusa”.
Sistemata la parte finanziaria rimaneva ancora da stabilire come utilizzare al meglio lo strumento per non vanificare l’enorme sforzo economico sostenuto per la costruzione.
Essendo il Capitolo a conoscenza che nel primo anno di funzionamento dell’organo di San Giovanni, la chiesa si ritrovò a dover pagare ben tre organisti, oltre ai tiramantici, con una notevole spesa, su consiglio dello stesso Petrali, il 20 marzo 1882 assunse un suo giovane allievo, il maestro Giacomo Zacchi (documento n.9).

Il contratto quadriennale fu sottoscritto dal Ciantro (parroco) Vincenzo Castello, dal Camerlengo (tesoriere) della Chiesa Madre Can. Giorgio Battaglia e dal sacerdote Giorgio Moltisanti quale procuratore della chiesa di Ognissanti (è il vero titolo della chiesa che oggi viene comunemente chiamata del “Purgatorio”).
Il contratto prevedeva uno stipendio di 1.000 lire l’anno, con l’uso del “quartierino annesso alla chiesa coi suoi mobili e utensili che vi si trovano e che il detto Sig. Zacchi si faccia servire da uomini” (queste stanze sono quelle a cui si accede dalla scala di destra, attigua all’attuale museo).
A questa somma annuale concorrevano per 820 lire la Chiesa di San Giorgio e per 180 quella di Ognissanti. Oltre alle normali clausole presenti in contratti di locazione di questo tipo, Zacchi deve “dedicare” una stanza al predicatore quaresimalista. Dovrà suonare magistralmente per tutte le funzioni religiose nelle due chiese secondo consuetudine, istruire i due rispettivi cori e potrà usufruire di un mese di ferie a luglio o quando non vi sono particolari ricorrenze. Inoltre avrà diritto ai compensi per le funzioni che saranno ordinate dalle Opere e dalle Cappelle delle due chiese o dai privati cittadini. Se si sposerà dovrà lasciare il quartierino e se non troverà casa nel Comune gli saranno corrisposte altre settanta lire l’anno.
La clausola più importante del contratto è la seguente: “resta tenuto di dare lezioni di musica e canto ai due chierici che gli indicherà la chiesa di San Giorgio, dovendogli la Chiesa approntare un cembalo, onde rendere siffatti chierici a suonare e cantare nelle funzioni”. Non è noto dove fosse ubicato questo cembalo, mentre è invece sicuro che egli tenne le sue lezioni anche utilizzando l’organo del Purgatorio, che fu pure usato da molti organisti come strumento da esercitazione prima di accedere al grande organo di San Giorgio; in occasione del recente restauro dell’organo del Purgatorio è stato, infatti, necessario ripristinare il rivestimento in osso di molti tasti completamente consumati. Da questa clausola nasce la scuola d’organo della Chiesa Madre di San Giorgio. I due chierici designati dal Capitolo furono Benedetto Calvo, che poi si fece prete e abbandonò lo studio dell’organo, e Gaudenzio Battaglia.

Gaudenzio Battaglia nacque nel 1872 e giovanissimo, avendo manifestato una naturale inclinazione per la musica, apprese i primi elementi dallo Zacchi; poi fu mandato a Caltanissetta per studiare sotto la guida del Maestro Roberto Remondi, da dove nel 1890, appena diciottenne, fu richiamato dallo zio (Canonico Battaglia) per prendere il posto del maestro Zacchi che, dopo otto anni di permanenza a Ragusa, se ne tornò a Bergamo.
Da quel momento Gaudenzio Battaglia fu il mago di questo mastodontico arnese, che maneggiava con mani fatate e da cui seppe ricavare melodie di cui ancora oggi si ha ricordo. Fu improvvisatore felicissimo e geniale, compositore brillante, dotato di una memoria prodigiosa che gli consentiva di suonare lo strumento prediletto senza spartito. Molte melodie composte dal Battaglia sono eseguite anche oggi sia nell’organo che dalla banda musicale. Gli spartiti delle sue opere sono custoditi dalla famiglia Schembari-Battaglia, che ha consentito la riproduzione del frontespizio di uno di essi (Polka Iblea). Venne a mancare nel 1935 stroncato da un diabete non curato.
Gli successe il maestro Orazio Lo Presti, a cui ben presto si affiancò il giovane Filippo Giummarra, figlio di Giorgio Gaudenzio Giummarra, il quale essendo stato alunno del Giacchi e avendo anche frequentato Casimiro Allieri ed i Polizzi di Modica, aprì a Ibla una fabbrica di organi. Vi sono sia a Ragusa che nel siracusano alcuni strumenti costruiti da lui. Filippo Giummarra si trasferì poi alla Chiesa dell’Annunziata a Comiso e vi è rimasto sino alla morte avvenuta l’anno scorso.
A Giummarra è succeduto il prof. Salvatore Guarrella che tuttora è titolare dell’ “Organum Maximum” di San Giorgio.

Tutti i documenti provengono da un archivio privato. Ringrazio il detentore per averne consentito la pubblicazione, tranne il documento n. 8 che proviene dall’Archivio della Chiesa Madre di San Giorgio e ringrazio il Parroco Pietro Paolo Floridia che ne ha consentito la pubblicazione.

Dedico questo articolo alla memoria del mio amico Mimì Arezzo

Autore: Andrea Ottaviano


tastiera organo
La tastiera dell'organo della Chiesa Madre di S.Giorgio
organum maximum
Dicitura "Organum Maximum"
g.battaglia
Gaudenzio Battaglia
polka iblea
Spartito della Polka Iblea

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