Castello di Donnafugata
Il Parco del Castello di Donnafugata
Vegetazione ed elementi compositivi
Il complesso di Donnafugata è stato oggetto di molti studi e ricerche nel corso di questi anni ma nessuno aveva
mai fatto sino ad ora un
censimento dettagliato della vegetazione presente nel parco. Infatti si è sempre posto attenzione ai manufatti senza
tenere conto che il patrimonio vegetale è la cornice nobile di ogni elemento presente nel parco.
Nel complesso la florula si presenta discretamente ricca ma il numero delle entità che la compongono è alquanto
ridotto rispetto a quello degli altri giardini e parchi impiantati intorno alla metà dell'ottocento che mediamente
superano le 150 specie anche nei casi di particolare degrado.
Un'altra peculiarità del giardino è lo scarso numero di
essenze esotiche introdotte nel Mediterraneo dalla fine del secolo scorso a oggi.
Questa situazione va probabilmente
riferita a un impoverimento progressivo mai compensato da cure e soprattutto da reimpianti. Si può dunque ipotizzare
che il giardino, originariamente molto ricco e diversificato, sia stato gestito adeguatamente soltato nei
primi decenni della sua esistenza. Nelle attuali condizioni le perdite dovute all'incuria ed altri fattori sono tali da
non permettere di
valutare, sia pure approssimativamente, l'originale consistenza. è tuttavia evidente che l'impianto di Donnafugata
rientra pienamente nella tipologia del giardino ottocentesco siciliano e che la originaria consistenza deve essere stata
considerevole sia per il numero delle essenze che per il numero di esemplari che ospitava.
Qui vogliamo porre una descrizione inedita del parco attraverso la lettura attenta della distribuzione delle oltre 1500
piante presenti nel parco, utilizzando la suddivisione elaborata in occasione del progetto di recupero del parco,
secondo le tre grandi zone omogenee: l'orto-frutteto, i giardini formali e i giardini informali. Ovviamente si tratta di
una scansione di zone di comodo che aiutano a comprendere l'impianto del parco.
- L'agrumeto collocato nel settore più occidentale del giardino e del quale sopravvive qualche mandarino e limone, fino al rilievo del 1985 era intatto e manteneva l'antica orditura.
- L'orto-frutteto. "E' stato così definito un settore
a scarsa copertura arborea, caratterizzato dalla presenza di
carrubi, olivi e mandorli, fisionomicamente simili alla campagna
circostante.
Una parte di quest'area veniva destinata all'allevamento delle api, una delle attività della regione iblea, la
cui origine è molto remota. Nella parte a nord, infatti, si trovano i resti delle tettoie di protezione delle
arnie, mentre tutto attorno abbondano il rosmarino e il timo. Ai bordi i questa area è collocata l'area dei
cenotafi sottolineata da due semicerchi di cipressi."
L'area che circonda il castello presenta una serie di "giardini formali", in modo coerente alla prassi che è prevalsa di solito nella storia dei giardini di realizzare a contatto con la villa le sistemazioni più geometriche e nelle parti periferiche quelle più informali.
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Tutto il materiale è tratto dal testo "Donnafugata il castello" edito da: Filippo Angelica Editore
I testi sono a cura di: Carmelo Arezzo, Gaetano Cosentini, Milena Gentile, Biagio Guccione, Giacometto Nicastro
Le schede Botaniche sono di: Tiziana Turco Le Foto di: Giuseppe Leone
Si ringraziano l'editore e gli autori per la gentile concessione
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